Lezioni al freddo nelle scuole, Raggi: “Riscaldamenti accesi”. Ma l’opposizione attacca
Da martedì 15 novembre in tutte le scuole comunali di Roma sono stati accesi i termosifoni. In questa prima fase, però, ricorda in una nota il Campidoglio, il riscaldamento sarà attivo per quattro ore al giorno e verrà incrementato in base all'abbassamento delle temperature nel corso dell'inverno. Entro fine novembre è prevista l'accensione a pieno regime. Secondo le consigliere comunali del Pd Valeria Baglio e Ilaria Piccolo alcune scuole ieri erano ancora senza riscaldamento. "Nonostante le rassicurazioni dal Campidoglio continuiamo a ricevere numerose segnalazioni dalle scuole e da cittadini per impianti fermi e non funzionanti. E-mail e messaggi dall'Istituto tecnico Pacinotti (III Municipio), dal Nido di via Martini a Cinecittà est, dalla media Walt Disney a Prati Fiscali", scrivono le consigliere in un'interrogazione a Virginia Raggi e alla giunta. "Vogliamo conoscere le ragioni di questi ritardi e se i disagi sono imputabili al ritardo nell'affidamento della gara. E vogliamo saperlo dalla Sindaca che, giustamente, quando era consigliera sollecitava su questo tema l'allora maggioranza per il debole funzionamento del riscaldamento nelle scuole, alla riapertura dopo le vacanze di Natale".
Le denunce di maestre e genitori: "Le nostre scuole al freddo"
Sotto il post della sindaca sull'accensione dei termosifoni sono tanti i messaggi, di maestre e genitori, che raccontano di scuole ancora al freddo o poco riscaldate. "Gli edifici scolastici sono freddi e la primaria chiude alle ore 16.30.Lasciare alunni e lavoratori al gelo quando si può benissimo risparmiare su altro", scrive Marcella, operatrice scolastica. "La scuola , in zona La Rustica , dove va il mio nipotino di cinque anni a tutt'oggi è ancora senza riscaldamento , la maggior parte dei bambini è affetta da raffreddori , mal di gola e le mamme , se possono , evitano di portarli a scuola", scrive Emanuela. E ancora: "Nella materna di mia figlia, via Cornelia, i riscaldamenti non funzionano ed attendiamo che vengano i controlli", racconta Denise.
