Le opposizioni attaccano il “codice salva-Raggi”. E Muraro dice: “Non mi sarei dimessa”
Per le opposizioni quello pubblicato oggi da Beppe Grillo è in tutto e per tutto un "codice salva-Raggi". Secondo il nuovo documento etico del Movimento 5 Stelle, ricevere un avviso di garanzia non comporterà più l’espulsione automatica del destinatario. Il caso verrà valutato ed esaminato dallo stesso comico genovese, dal collegio dei probiviri e dal comitato d'appello. Tradotto: se a Virginia Raggi dovesse arrivare un avviso di garanzia, la sindaca di Roma non sarà costretta a lasciare il suo incarico. Secondo il Partito democratico il nuovo codice sarebbe stato pensato proprio in virtù dei guai legali in cui potrebbe essere invischiata la prima cittadina. "Grillo vara codice Salva-Raggi come Berlusconi approvò legge Salva-Previti: no automatismi se indagata e iscritti tagliati fuori da decisioni", scrive su Twitter il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi. Per il presidente del partito, Matteo Orfini, "la collezione di indagini giudiziarie nelle poche amministrazioni guidate dal Movimento 5 Stelle evidentemente li ha spinti ad agire. Noi – aggiunge Orfini – coerentemente con i nostri principi, abbiamo ad esempio detto che non avremmo mai chiesto le dimissioni della Raggi per un eventuale avviso di garanzia e da questo punto di vista non abbiamo mai usato la logica dei due pesi e delle due misure. Fa piacere se anche loro scelgano di fare passi avanti in questo senso".
All'attacco anche Forza Italia con Luca Squeri, deputato, che twitta: "Il nuovo codice etico per gli eletti M5S ha tanto l'aria di una ciambella salva-Raggi. In ogni caso, diamo il benvenuto ai grillini nel mondo normale. Ogni svolta culturale verso il garantismo non può che essere accolta con favore. Ma sarebbe stato molto meglio se questa ‘conversione' grillina fosse stata il frutto di un reale pentimento anziché di ipocrisia e opportunismo".
L'ex assessora Muraro: "Fosse arrivato prima non mi sarei dimessa"
Sulla vicenda interviene anche l'ex assessora all'ambiente del Comune di Roma, che si è dimessa dopo aver appreso di essere indagata dalla procura di Roma. "Se fosse uscito prima e se la situazione fosse stata affrontata nel modo dovuto forse non avrei dato le mie dimissioni. Non ho dato le dimissioni perché mi sentivo colpevole, le ho date per rispetto nei confronti dei dettami del Movimento, è stata una scelta di coerenza", ha detto Muraro all'AdnKronos.