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Alloggi comunali ai Casamonica, l’Amministrazione: “Non faremo ritorsioni”

Sono una quarantina gli alloggi popolari assegnati a persone legate al gruppo criminale dei Casamonica, protagonista dello scandalo dei funerali-show del capofamiglia Vittorio. Il Comune assicura che sulle sorti degli asseganatari non ci saranno “ritorsioni”.
A cura di An. Mar.
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L'amministrazione di Roma Capitale sta passando al setaccio in questi giorni le documentazioni relative all'assegnazione di alloggi popolari di proprietà del Comune di Roma, per accertare se ci siano tra gli assegnatari persone legate a clan mafiosi della capitale. L'intervento è stato deciso dopo l'indignazione seguita ai funerali di Vittorio Casamonica, capofamiglia del clan omonimo. Gli uffici comunali stanno verificando le assegnazioni in diversi quartieri della città compresa le periferia est della città, roccaforte del clan dei Casamonica.

"Parliamo di canoni da 70 e 100 euro al mese" ha detto l'assessore capitolino Stefano Esposito. Una unità speciale composta da trenta vigili urbani e funzionari del Comune sta lavorando assiduamente per completare un dossier che sarà inviato in Procura. Stamane sul "caso Casamonica" si è tenuta una conferenza stampa presso la Prefettura di Roma, in quella occasione il vice sindaco della giunta comunale Marco Causi ha dichiarato che: "Dagli accertamenti fatti finora risultano una quarantina di occupanti delle case comunali appartenenti a cosche criminali su 743 abusivi censiti".

Il numero due di Ignazio Marino ha confermato l'impegno del Comune di Roma su questo fronte precisando che l'amministrazione comunale non è a caccia di "ritorsioni". "Non dobbiamo avere un atteggiamento ritorsivo, ma un'intensificazione dell'attività repressiva – ha detto Causi in conferenza stampa – Noi siamo le istituzioni e non facciamo ritorsioni".

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