Chiazze maleodoranti, alghe e pesci morti in spiaggia: “Colpa del caldo eccessivo”
La colonnina di mercurio sfiora i 40 gradi per quasi una settimana per colpa dell'anticiclone africano Caronte e anche l'acqua del mare diventa più calda, con effetti negativi per chi è in vacanza sulle spiagge del Lazio, che sia per un tuffo mordi e fuggi per scappare dall'afa della città o per un periodo più lungo nelle tante strutture ricettive della costa. Da Cerveteri a Terracina ed Anzio (queste ultime due che si fregiano dell'ambita Bandiera Blu assieme ad altre sei spiagge laziali), sulle acque vicino alla spiaggia sono comparse chiazze di schiuma maleodorante, intere banchine di alghe galleggianti e una quantità di pesci morti trascinati a riva fuori dal comune.
Ma almeno una consolazione ci sta per bagnanti ed operatori turistici: non si tratterebbe di inquinamento, ma bensì di alcuni sgradevoli effetti della temperatura fuori dalla media, almeno secondo le prime rilevazioni eseguite dall'Arpa. Tutto tornato da diversi giorni nella normalità a Sabaudia, dove l'acqua della località di mare scelta da tanti vip e politici, era stata invasa dal limo sversato in una quantità erronea dal lago di Paola. Problemi di balneazione anche ad Anzio ma soprattuto a Nettuno, dove però la colpa è degli scarichi di acque sporche in mare, tanto che una parte della spiaggia di Nettuno è stata dichiarata off limits con la conseguente chiusura di alcuni stabilimenti.