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Latina: poliziotto uccide la moglie e si suicida. La tragedia davanti a due bambini piccoli

Un agente di polizia penitenziaria ha sparato alla moglie con la pistola d’ordinanza poi ha rivolto l’arma verso se stesso. Alla scena hanno assistito i due figli piccoli della coppia.
A cura di D. F.
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Tragedia familiare in provincia di latina. A Cisterna, in via Machiavelli, oggi pomeriggio un agente di polizia penitenziaria ha sparato alla moglie, uccidendola, e poi si è suicidato. L'omicidio-suicidio è avvenuto davanti agli occhi increduli dei due figli della coppia, di appena sei e otto anni, che sono scappati ed hanno chiesto aiuto ai vicini di casa. La tragedia si è consumata in una palazzina a tre piani non lontano dal centro della città: Antonio Grasso, 38 anni, ha aperto il fuoco con la pistola d'ordinanza prima contro la moglie Tiziana Zaccardi quindi ha rivolto l'arma contro se stesso. Nell'appartamento la polizia scientifica sta effettuando i rilievi. La donna aveva denunciato il coniuge alle forze dell'ordine per maltrattamenti. E proprio da allora aveva deciso di lasciarlo.

Antonio Grasso prestava servizio nel penitenziario di Velletri. stando alle prime ricostruzioni delle autorità negli ultimi tempi marito e moglie litigavano molto spesso. La sensazione, dunque, è che la tragedia sia maturata al culmine dell'ennesimo scontro. La polizia sta ancora raccogliendo nuove testimonianze per tentare di
ricostruire la vicenda.

Il Sappe, sindacato di polizia penitenziaria, ha diramato una nota. "È un'altra terribile e agghiacciante tragedia che coinvolge appartenenti alla Polizia Penitenziaria – ha dichiarato Donato Capece, segretario generale – Allo stato non si conoscono ragioni e motivazioni di questo grave fatto di sangue, ma mi limito a osservare che è il secondo suicidio di un poliziotto in soli tre giorni. Dall'inizio dell'anno, poi, altri casi sono avvenuti 2 volte ad Ariano Irpino e Padova e poi, ancora, a Vibo Valentia, Siena, Volterra, Novara, Roma, Saluzzo – continua Capece – Come può l'Amministrazione Penitenziaria, che è da mesi senza un Capo Dipartimento, assistere inerte a questi gravi fatti, che hanno ormai una cadenza mensile, visto che nulla fa per favorire il benessere dei poliziotti penitenziari?". Capece ricorda che "negli ultimi 3 anni si sono suicidati più di 35 poliziotti e dal 2000 ad oggi sono stati complessivamente più di 100, ai quali sono da aggiungere anche i suicidi di un direttore di istituto (Armida Miserere, nel 2003 a Sulmona) e di un dirigente generale (Paolino Quattrone, nel 2010 a Cosenza). Lo ripetiamo da tempo, bisogna intervenire con soluzioni concrete, con forme di aiuto e sostegno per quei colleghi che sono in difficoltà. Bisogna comprendere e accertare quanto hanno eventualmente inciso l'attività lavorativa e le difficili condizioni lavorative nel tragico gesto estremo posto in essere. Ma il Dap, da mesi senza un Capo Dipartimento e da anni incapace di affrontare e risolvere il disagio lavorativo dei Baschi Azzurri, non fa nulla di concreto per favorire il benessere dei nostri poliziotti: non fornisce neanche i dati ufficiali sul numero degli agenti suicidi, che raccogliamo noi attraverso i nostri dirigenti sindacali presenti in tutte le sedi d'Italia".

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