Latina, medico accusato di aver ucciso il padre malato terminale: “Ho fatto il mio dovere”
"Ho fatto solo il mio dovere" sono le parole del medico che ha risposto alle domande poste dal pubblico ministero riguardo alla morte di suo padre. Come riporta Il Messaggero.it deve rispondere del reato di omicidio volontario aggravato dal rapporto di parentela, accusata di aver ucciso il genitore, malato terminale, mentre era ricoverato nell'ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Il medico ha ripercorso quanto accaduto la sera del decesso del padre, quando un'infermiera l'ha trovata nella stanza del paziente con una siringa in mano. Ora si attendono i risultati degli esami autoptici ai quali è stata sottoposta la salma, che serviranno a far emergere le cause che hanno provocato il decesso e a verificare se nel corpo siano presenti sostanze particolari iniettate poco prima dal medico, che potrebbero averne compromesso lo stato di salute del paziente, fino a portarlo alla morte.
Il medico fermato e indagato a piede libero
La trentanovenne che prestava servizio ad Aprila, aveva ricevuto l'autorizzazione di assistere il padre che si trovava ricoverato nel nosocomio del capoluogo pontino. Il 19 giugno scorso la donna era in ospedale, l'infermiera che l'ha vista con una siringa in mano le ha chiesto cosa stesse facendo, ne è nata una discussione, poi l'uomo è deceduto. Immediatamente sono state avvertite le forze dell'ordine: sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia di Stato, che hanno sottoposto la donna a fermo e indagata a piede libero. Assistita dagli avvocati Giuseppe Di Domenico e Angelo Palmieri ha ribadito di aver fatto ciò che doveva come professionista e come figlia, prendendosi cura di lui e di avergli iniettato soltanto un farmaco che potesse alleviare la sua sofferenza.