Quindici ore su una barella, anziana cade e muore in ospedale. La replica dell’ASL Roma 2
Tragedia all'ospedale Sant'Eugenio di Roma, dove una donna di settantadue anni è stata ritrovata in una pozza di sangue in uno dei bagni della struttura, dopo aver passato almeno quindici ore su una barella, ed è deceduta nonostante i tentativi di salvarla. Un possibile caso di malasanità o solo tragica fatalità? Saranno le indagini a chiarire questo aspetto, anche se il fatto che l'anziana sia stata lasciata per tante ore su di una barella senza un catetere non depone a favore della casualità. L'ASL Roma 2 ha però diramato una nota in cui spiega la propria versione dell'accaduto.
Secondo l'avvocato dei figli della donna deceduta, riporta il Messaggero, si tratta di G. R., settantadue anni, pensionata romana residente a Spinaceto. Stando a quanto raccontato, la donna era stata ricoverata lo scorso 3 settembre per una colica renale, ma non è stata trasferita in reparto. La donna sarebbe quindi stata "abbandonata" su una barella per almeno quindici ore, senza che le fosse inserito il catetere.
Proprio quest'ultima circostanza sarebbe stata fatale, in quanto la donna, dopo le tante ore sulla barella, si sarebbe alzata per andare in bagno, dove poi è stata ritrovata in una pozza di sangue. Non si sa se a quel punto sia scivolata, o abbia avuto un malore: sarà l'autopsia eseguita dal medico legale a cercare di fare chiarezza sulla vicenda. Dopo il ritrovamento, la donna è stata trasferita d'urgenza all'ospedale San Camillo per un complesso intervento chirurgico, che purtroppo non è bastato a scongiurarne la morte, avvenuta 48 ore dopo. La Procura di Roma ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo: è stata acquisita la cartella clinica della donna, sia quella del Sant'Eugenio sia quella del San Camillo, ed ora si attendono i risultati dell'autopsia.
La replica dell'ASL Roma 2
La Direzione Strategia dell'ASL Roma 2 ha però precisato in una nota: "In riferimento agli articoli di stampa comparsi in data odierna relativi all'accesso in Pronto Soccorso dell'Ospedale Sant'Eugenio in data 3/9/2018 della paziente R.G., di anni 73, in considerazione della divergenza sostanziale tra quanto accaduto e quanto riportato, a tutela degli operatori impegnati quotidianamente nell'assistenza e nella cura delle persone in Pronto Soccorso, risulta indispensabile fornire le opportune precisazioni".
"In seguito all'episodio di caduta occorso in data 4/9/2018, gli operatori intervenuti nella gestione del caso hanno fornito immediata segnalazione e relazione al Risk Manager della ASL Roma 2, nonché all'Autorità Giudiziaria, con successive dettagliate deposizioni in merito all'accaduto. Tuttavia è opportuno precisare che il giorno 3 settembre, in seguito alle valutazioni cliniche e strumentali", prosegue la nota, "è stata predisposta degenza della signora presso la Area dedicata del Pronto Soccorso, laddove viene garantita l'assistenza del caso, delineando il completo iter diagnostico e terapeutico. Inoltre è stata immediatamente garantita la terapia dolore, determinando la risoluzione della sintomatologia mai più lamentata. La permanenza in Pronto Soccorso è stata predisposta dai medici allo scopo di garantire la osservazione clinica del caso, il controllo della sintomatologia dolorosa e la gestione terapeutica, in previsione della valutazione clinica e procedurale dell'urologo, programmata per il giorno successivo e non urgente", conclude la nota.