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News su Omicidio Emanuele Morganti

La zia di Emanuele Morganti: “Se non marciranno in prigione ci facciamo giustizia da soli”

“Vogliamo che marciscano in galera, altrimenti siamo pronti a farci giustizia da soli”, così Tiziana Morganti, la zia di Emanuele, il 20enne ucciso a calci, pugni e colpi di spranga fuori ad una discoteca di Alatri.
A cura di Redazione Roma
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Parla con le lacrime agli occhi alle telecamere de il Messaggero Tiziana Morganti, sorella di Giuseppe, il papà di Emanuele, il 20enne massacrato a calci, pugni e colpi di spranga fuori la discoteca Mirò di Alatri (Frosinone). Emanuele è morto dopo 48 ore di agonia all'ospedale Umberto I di Roma, e con le lacrime agli occhi è la zia chiede giustizia mentre i genitori sono asserragliati in casa nel loro dolore.

Tecchiena, il paese dove Emanuele viveva con la sua famiglia, è invaso da cronisti, amici e familiari increduli raccontano la rabbia per quanto accaduto, per una vita spezzata in maniera così assurda e brutale. Questa notte dei nove indagati per omicidio per la morte del giovane, due sono stati arrestati. Si tratta di Mario Castagnacci, ritenuto colui che ha inferto i colpi di spranga ad Emanuele, e di Paolo Palmisani individuato come partecipante al pestaggio.

"Vogliamo che marciscano in galera, altrimenti siamo pronti a farci giustizia da soli", dice la zia, quando ancora non sapeva che almeno due dei presunti responsabili della morte del nipote stavano per essere arrestati.

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