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La sentenza della Cassazione: anche una mano morta sull’autobus è violenza sessuale

A stabilirlo sono i giudici della corte di Cassazione, che hanno confermato la condanna per un cinquantasettenne colpevole di aver palpeggiato una passeggera su un autobus di Roma.
A cura di En.Ta.
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Anche una mano morta sul bus è violenza sessuale. A stabilirlo sono i giudici della corte di Cassazione, che hanno confermato la condanna per un cinquantasettenne colpevole di aver palpeggiato una passeggera su un autobus di Roma. L'uomo è stato per l'appunto accusato e condannato per violenza sessuale, articolo 609 bis del codice penale. Il 57enne aveva approfittato della folla sul mezzo pubblico per toccare le parti intime della donna e strusciarsi su di lei, ma quest'ultima ha deciso di denunciare l'imputato e un altro uomo.

Condanna per violenza sessuale in prima grado, Appello e Cassazione

Nel 2009 il tribunale aveva condannato i due uomini per il reato di violenza sessuale in concorso, sentenza confermata prima dalla Corte d'Appello di Roma nel settembre 2015 e poi, appunto, dalla Corte di Cassazione. Nell'ultima sentenza, stando a quanto riporta l'Ansa, non è specificata l'entità della condanna. La Cassazione ha respinto quindi il ricordo dell'imputato che si era rivolto alla Corte e ha disposto per lui il pagamento delle spese processuali. L'articolo 609 bis del codice penale punisce la violenza sessuale con la reclusione da cinque a dieci anni. Per i casi minori lo sconto non può superare i due terzi della pena.

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