La protesta dei commercianti di Roma: “Abbiamo perso tutto, servono aiuti concreti dallo Stato”
"Abbiamo perso tutto. Non c'è una percentuale, è semplicemente il 100%". Così, con queste poche parole, i negozianti e gli albergatori romani riassumono la loro attuale situazione economica. Disastrosa, da ogni punto di vista. Alcuni di loro non riusciranno a riaprire anche delle consistenti perdite, altri sono a un passo dal fallimento. Chiedono soprattutto una cosa: maggiori aiuti da parte dello Stato e interventi al fine di favorire gli spostamenti dei residenti verso il centro storico. Che altrimenti rischia di rimanere deserto. "Ci aspetta un anno senza turismo, quindi prevediamo un calo degli incassi tra il 70 e l'80% – spiega un negoziante a Fanpage.it – Nel centro storico non ci sono i residenti, sono rimasti solo uffici. Se vogliamo sopravvivere dobbiamo incentivare gli spostamenti dei romani verso il centro, facendoli accedere liberamente e abolendo le strisce blu".
"Senza aiuti del Governo il 18 maggio non possiamo riaprire", recita lo striscione che i negozianti e gli albergatori hanno realizzato per il flash mob che si è tenuto questa mattina sulla scalinata di piazza di Spagna. "I microinterventi servono solo a tamponare ma non risolvono nulla, se non ad allungare la morte e l'agonia di imprenditori e famiglie". A questo si aggiunge un altro pericolo: perché se i negozi e gli alberghi chiudono, dichiarando fallimento, il personale rimarrà senza lavoro. "Se lo Stato non contribuisce saremo costretti a licenziare – dichiarano – Da marzo abbiamo comunque continuato a pagare fornitori, affitti, mutui, leasing. Le casse sono vuote, c'è bisogno di un forte aiuto economico a fondo perduto o tassi agevolati per ricominiciare".
La crisi economica generata dal coronavirus sta avendo un impatto devastante per la vita delle persone. Molte delle quali non sono hanno perso il lavoro, ma non riescono ad accedere alle misure di sostegno previste dal Governo. Molte delle quali non sono ancora arrivate anche a chi ne ha diritto.