La figlia lo accusa di abusi sessuali, lui si impicca. L’avvocato: “Voleva dimostrare la sua innocenza”
Era pronto a difendersi dalle accuse nei suoi confronti il papà che ieri si è impiccato davanti all'ingresso di una chiesa di Roccasecca. Secondo il legale dell'uomo, accusato dalla figlia di abusi sessuali nei suoi confronti, "c'era tutta la volontà di collaborare con la magistratura e di dimostrare la sua innocenza". L'avvocato Domenico Di Tano ha detto di averlo sentito "l'ultima volta pochi giorni fa, avevamo parlato della eventuale nomina di un consulente di parte in vista dell'imminente incidente probatorio".
Oggi pomeriggio è stata svolta a Cassino l'autopsia sul corpo del 53enne agente di polizia penitenziaria. Pochi giorni fa la notizia del suo coinvolgimento nelle indagini è diventata di pubblico dominio anche se, tuttora, la sua identità ancora non è stata rivelata. "Non si sapeva ancora se era vero. Tante cose non vere, ma ne terrò conto, quello che avete detto ieri e l'altro ieri lo ha portato" al suicidio, ha puntato il dito contro i media la madre della ragazzina di 14 anni che ha denunciato gli abusi del padre in un tema svolto in classe. "Scrivi una lettera a tua madre confessandole ciò che non hai il coraggio di scriverle", era il titolo della traccia. Nel compito la ragazzina ha raccontato di essere stata stuprata per "un totale di sei o sette volte" dal genitore.
Secondo quanto dichiarato dalla moglie agli inquirenti, in famiglia il clima era "normale e sereno", con qualche discussione per questioni economiche o per problemi di alcol del marito, ma mai sfociate in comportamenti violenti. L'uomo, agente di polizia penitenziaria, non si recava però da tempo al lavoro. Informata degli abusi sessuali da un'altra delle figlie, cinque in tutto, la donna ha detto di non aver mai denunciato per evitare di "rovinare l'armonia familiare".