La difesa di Sami Panico, il campione di rugby trovato con 2 chili di droga in casa: “Mai fumato uno spinello”
Nel giardino della sua villa di Torvaianica erano nascosti quasi due chili di droga, ma Sami Panico, rugbista di Serie A e con diverse presenze anche nella nazionale italiana, ha provato a difendersi così davanti ai giudici: "Mai fatto uno spinello, sono un atleta. E quella droga non era finalizzata allo spaccio, non ho bisogno di venderla". Non è stato creduto e ora si trova ai domiciliari in attesa del processo per direttissima fissato per il 5 ottobre. Secondo gli inquirenti quella droga nascosta in un capanno della villa, circa un chilo e mezzo di marijuana e trecento grammi di hashish, non poteva essere destinata ad uso personale. Ad inchiodare il giovane talento del rugby e pilone delle ‘Zebre' di Parma sono anche i materiali per il confezionamento e il taglio e diecimila euro in banconote. Con quella droga avrebbe potuto ricavare quasi novemila dosi. "Il mio assistito ha risposto a tutte le domande chiarendo la sua posizione. Siamo certi che è riuscito a dare una convinzione convincente sul ritrovamento dello stupefacente, che per una questione di riservatezza non rendiamo pubblica", avrebbe dichiarato, secondo quanto riporta il Messaggero, l'avvocato del 25enne rugbista.
Sami Panico, il presidente della Federrugby: "Credevamo che con il rugby potesse riscattarsi"
Nato ad Albano Laziale, Castelli Romani, Sami Panico ha sempre vissuto sul litorale romano, tra Pomezia e Torvaianica. Ha vinto due scudetti con il Calvisano, poi si è trasferito al Parla e ha collezionato dieci presenze con la nazionale azzurra. Centoventi chili di muscoli, Panico è considerato una grande promessa del rugby italiano. Attualmente, riporta l'agenzia Ansa, è sospeso dalle Zebre perché durante una lite avvenuta negli spogliatoi avrebbe rotto la mascella a un suo compagno di squadra. Evidentemente la sua storia famigliare non è stata sempre facile, perché Alfredo Gavazzi, dirigente del Rugby Calvisano e, dal 2012, presidente della Federazione Italiana Rugby, ha dichiarato: “Davvero un peccato. Conoscevamo bene la sua situazione, i mille problemi in famiglia e credevamo che con il rugby potesse vivere il suo riscatto. Per questo avevamo un motivo in più per ammirare le sue prestazioni in campo. I fatti degli ultimi giorni ci hanno lasciato a bocca aperta. Purtroppo, adesso, c’è ben poco da fare”.