La cimice asiatica minaccia i noccioleti di Viterbo (con cui si fa la Nutella)
È stata segnalata la presenza della cimice asiatica sui Monti Cimini e nella zona di Vallerano. Se l'insetto si espandesse potrebbe essere una notizia catastrofica per alcune produzioni della zona, in particolare per i noccioleti che rappresentano una delle più grandi coltivazioni del Viterbese. La conferma che si tratta proprio della Halyomorpha halys, conosciuta volgarmente come cimice asiatica in quanto proviene da Cina e Giappone, arriva dall'Università della Tuscia dove gli entomologi del dipartimento di Scienze agrarie e forestali hanno analizzato gli esemplari arrivati nel loro laboratorio
La cimice asiatica è praticamente indistinguibile dalla più comune cimice di casa nostra, ma la sua fame è in grado di arrecare gravi danni alle coltivazioni e agli alberi. Ad esempio dall'estate del 2012 è una presenza familiare in Nord America dove arreca i danni maggiore agli alberi da frutto. A essere interessati in Tuscia sono sicuramente i noccioli, dei cui frutti va particolarmente ghiotto l'insetto, ma anche i castagni e la vite.
Il professore Stefano Speranza ha spiegato in un'intervista che è presto per fare previsioni sulla capacità infestante dell'insetto nello specifico contesto della Tuscia, ma che è bene mantenere l'attenzione alta: "Come Università della Tuscia siamo attivi insieme associazione di produttori, società e la Regione Lazio per proseguire il monitoraggio sui Monti Cimini. Stiamo proseguendo con le attività di studio di questo insetto, anche considerando il possibile uso della vespa samurai, che è un parassita delle uova di questa cimice. L'attività, in quest'ultimo caso, è coordinata dalla Regione Lazio. È necessario mantenere alta l'allerta dice sempre Speranza e coordinarsi con le associazioni di produttori e i tecnici agronomi, per aumentare i punti di monitoraggio e per definire le aree dove è presente sui Cimini".
Negli ultimi anni la scelta della Ferrero di aumentare l'approvvigionamento di nocciole in Italia, ha portato a un aumento del numero e dell'estensione dei noccioleti che coprono 22mila ettari, un terzo della produzione nazionale. Gli alberi qui crescono in un clima perfetto, richiedono poca cura e c'è un acquirente sicuro, la multinazionale piemontese che con le nocciole che arrivano dalla Tuscia fa la Nutella, uno dei prodotti dolciari più famosi e diffusi nel mondo.