L’assessore Improta si dimette: “Scelta personale, nessun significato politico”
“Sono stati due anni molto belli ma anche faticosi: ringrazio il sindaco per l'esperienza che non era prevista ma so di lasciare meno problemi di quelli che ho trovato”. Saluta così l’assessore capitolino ai Trasporti Guido Improta, pronto a dimettersi dalla giunta guidata da Ignazio Marino. Una scelta che l’assessore definisce personale. “Per lealtà verso Marino e per il rispetto nei confronti del premier, cui mi lega un rapporto di amicizia e stima, chiarisco che non c'è nesso di causa-effetto tra la scelta di lasciare la giunta ed essere una delle centinaia di migliaia di persone che ha votato Renzi alle primarie”, ha detto Improta specificando che "non c'è stata alcuna telefonata da parte di Renzi: siamo cittadini adulti e sarebbe complicato se il premier dovesse chiamare tutti quelli che si riconoscono in lui”.
“La mia esperienza era a termine e questa era una cosa nota e l'avevo detto in tempi non sospetti: aderisco alla richiesta del presidente Orfini e del vicepresidente nazionale Serracchiani a non far assumere significato politico a una scelta personale”. Tempi e modalità delle dimissioni, spiega l’assessore, saranno decise dal sindaco e dal Partito Democratico. “Sicuramente è un assessore bravo e capace”, ha detto oggi l'assessore alla Legalità, Alfonso Sabella, a chi gli chiedeva in merito alle dimissioni di Improta. “Durante l'ultima Giunta qualche giorno fa il clima è stato ottimo e mi sembra che anche ieri alla Festa dell'Unità sia stata una bella serata”. Così invece l'assessore alla Scuola e allo Sport di Roma, Paolo Masini.
Improta ha chiarito come già il prossimo lunedì potrebbe partecipare all'inaugurazione delle sei nuove fermate della metro C da privato cittadino e non più nel suo ruolo istituzionale.
Opposizioni di nuovo in piazza: "Marino vattene"
Domani opposizioni di nuovo in piazza del Campidoglio per far sentire la propria voce fin dentro Palazzo Senatorio. A chiedere le dimissioni di Marino e il voto anticipato sono da una parte quelli di Noi Con Salvini, dall'altra anche il Nuovo centro destra. "Diamo appuntamento – dice Marco Pomarici, ex forzista passato con il leader della Lega – a tutti quei romani stanchi di un sindaco che, alla ricerca di facili consensi su temi ideologici, ha dimenticato di amministrare la Città. Domani daremo una spallata ad un sindaco sempre più solo, che perde pezzi della sua Amministrazione, che offende una parte della Città e che, in due anni, non ha indicato un qualsivoglia ‘Modello Romà da seguire per dare forza e speranza ai cittadini romani. Marino ha fallito. Ed è giusto ridare voce agli elettori".
"Ieri Marino ha toccato il fondo utilizzando parole d'ordine degli anni '70 come ‘la destra torni nelle fogne', per riproporre un clima di odio politico e di demonizzazione degli avversari – commenta la coordinatrice di Ncd del Lazio Roberta Angelilli – Il Sindaco è ormai allo sbando e cerca di mascherare la sua inefficienza e la crisi della sua Giunta che sta bloccando la Città, attraverso atteggiamenti e parole inaccettabili. Domani, 23 giugno, dalle ore 14.30, il Nuovo Centrodestra sarà in Campidoglio per chiedere a gran voce le dimissioni di Marino".
Di Battista (M5S): "Ancora tutto il marcio deve uscire"
Di Roma e del futuro dell'amministrazione capitolina torna a parlare il deputato grillino Alessandro Di Battista, con i pentastellati che ormai non nascondono le loro mire sul Campidoglio. "Quando il M5S, lo spero, governerà Roma, la prima cosa che occorre fare, e noi abbiamo dimostrato in due anni di opposizione che sappiamo gestire con parsimonia il denaro pubblico, occorre vedere i bilanci delle partecipate, studiare delibere e determine degli ultimi vent'anni e capire il marcio che c'è lì dentro, perché non è uscito tutto da Mafia capitale. Mafia capitale, come Roma, non è stata fatta in un giorno".
E sulle parole di Marino alla Festa dell'Unità aggiunge: "Forse non tornano nelle ‘fogne', come dice Marino, ‘dalle quali sono venuti', e son parole sue, perché sono intenti a governare sul piano nazionale con Renzi, quindi con il segretario del suo partito'.