Imprenditore seviziato a Roma, arrestata anche l’ex moglie di Daniele De Rossi
Sequestrato, picchiato per ore, minacciato di morte e seviziato con un coltello. Gli hanno rubato anche un orologio Rolex, 900 euro in contanti e poi l’hanno abbandonato in strada, zona Trullo. Volevano convincerlo a pagare 200mila euro. La vittima è un imprenditore romano di 36 anni, titolare di una società che opera nel settore dello sviluppo, progettazione, realizzazione e gestione di impianti fotovoltaici. Il sequestro sarebbe legato al recupero di soldi di un prestito usuraio e di un affare finito male. Sono stati arrestati in otto, accusati di essere responsabili dei reati di usura, estorsione, rapina e lesioni gravissime. Tra di loro c’è pure Tamara Pisnoli, 31 anni, ex moglie del centrocampista della Roma, Daniele De Rossi. Ora è agli arresti domiciliari. L’appartamento dell’Eur in cui l’imprenditore è stato sequestrato era proprio quello in cui vive la donna, che sarebbe tra I responsabili del sequestro di persona. Le altre persone finite in manette sarebbero cinque pregiudicati, assoldati e usati come "picchiatori".
Pisnoli avrebbe comprato dall'imprenditore una licenza per lavorare nel settore del fotovoltaico. Poi, però, avrebbe deciso di lasciare l'attività e di chiedere all'imprenditore indietro I soldi con gli interessi. Il cognome della donna finì sulle cronache anche in relazione alla morte del padre, Massimo, assassinato nell'estate del 2008 a colpi di fucile. In manette anche i tre mandanti della spedizione punitiva. Gli altri sono cinque pregiudicati, assoldati e usati come "picchiatori". Pisnoli aveva organizzato una vera e propria spedizione punitiva ai danni dell’imprenditore. E così, la sera del 17 luglio 2013, mentre si trovava in un bar di viale Città d’Europa, nella zona dell'Eur, dove aveva un appuntamento con un amico, il 36enne è stato prelevato da persone a lui sconosciute, che lo avevano caricato a bordo di un’autovettura e condotto in un appartamento poco distante. I mandanti dell’azione, oltre a Pisnoli, sono stati identificati in due fratelli di 37 e 30 anni, entrambi con precedenti di polizia, i quali avevano precedentemente prestato 100 mila euro alla vittima, applicando interessi usurari che avevano fatto lievitare esponenzialmente il debito.