Il caso del liceo ‘razzista’ di Roma che si vanta di avere studenti ricchi e non stranieri
"Molti personaggi illustri sono stati alunni del liceo. Le famiglie che scelgono il liceo sono di estrazione medio-alto borghese, per lo più residenti in centro, ma anche provenienti da quartieri diversi, richiamati dalla fama del liceo. Tutti, tranne un paio, gli studenti sono di nazionalità italiana e nessuno è diversamente abile. La percentuale di alunni svantaggiati per condizione familiare è pressoché inesistente, mentre si riscontra un leggero incremento dei casi di DSA. Tutto ciò favorisce il processo di apprendimento, limitando gli interventi di inclusione a casi di DSA, trasferimento in entrata o all'insorgere di BES. Così si legge nella descrizione fornita al Ministero dell'Istruzione dal liceo Visconti di Roma, uno dei più noti della Capitale, che si trova nel cuore di Roma, tra il Pantheon e piazza Venezia. Parole ‘classiste' secondo molti e contestate anche dalla ministra Valeria Fedeli. "Quando si inseriscono, alla voce ‘Opportunità’, frasi che descrivono come un vantaggio l’assenza di stranieri o di studentesse e studenti provenienti da zone svantaggiate o di condizione socio-economica e culturale non elevata, si travisa completamente il ruolo della scuola. Si negano i contenuti dell’articolo 3 della nostra Costituzione. Si fa un passo indietro rispetto a una delle caratteristiche fondanti della scuola italiana: la capacità di inclusione e integrazione", ha tuonato la ministra con un comunicato stampa.
Peccato che l'autodescrizione del liceo romano sia stata ‘suggerita' dalle domande guida fornite proprio dal Miur. Tutte le scuole, infatti, sono state invitate a rispondere a domande di questo tipo: "Qual è il contesto socio-economico di provenienza degli studenti? Qual è l'incidenza degli studenti provenienti da famiglie svantaggiate? Quali caratteristiche presenta la popolazione studentesca (situazioni di disabilita', disturbi evolutivi, ecc.)? Ci sono studenti con cittadinanza non italiana?". Il Visconti ha semplicemente risposto, forse troppo sinteticamente e in maniera ingenua, alle domande del Ministero. Simile è infatti la descrizione di altri licei storici della Capitale. Come il liceo Virgilio: "La maggioranza degli studenti appartiene ad un contesto socio- economico medio alto. Circa il 6% degli studenti non sono nati in Italia ed il 17% ha dichiarato di essere bilingue. La formazione scolastica dei genitori è mediamente molto elevata, con circa il 60% di laureati e il 30% in possesso di diploma di sec. sup. (dato nettamente superiore a quello nazionale che conta il 40% di diplomati e tra il 10 e il 15% con laurea). Normalmente, gli studenti con cittadinanza non italiana provengono comunque da contesti socio-economici medio-alti, caratterizzati da opportunità significative". Il concetto è lo stesso, ma espresso con statistiche e dati precisi. Il Mamiani invece fa un'operazione di sintesi estrema: "La scuola ha un contesto economico di riferimento medio alto con un'incidenza di studenti con cittadinanza non italiano bassa e una percentuale irrilevante con problematiche di tipo socio- economico".
La preside del Visconti: "Abbiamo compilato solo un modulo prestampato"
La preside del Visconti si è difesa spiegando: "Il documento cui si riferisce il pezzo è un rapporto di autovalutazione richiesto alle scuole dal Ministero, che è una mera rilevazione di dati contesto e non contiene alcun giudizio di merito o di valore. Tanto meno è una pagina pubblicitaria. Ribadisco altresì che il Liceo E.Q. Visconti è per principio e tradizione una scuola democratica, antifascista e interclassista, in cui vengono accolti ragazzi provenienti dalle più diversificate zone di Roma e provincia e in cui ciascun credo politico, religioso e, in generale, culturale, ha trovato e trova spazio e accoglienza".