Il fischio dei macchinisti Atac per Mario e Giuseppe, morti nel deragliamento del treno Frecciarossa
Un fischio lungo, un lamento per salutare e omaggiare i colleghi deceduti lo scorso 6 febbraio nel terribile deragliamento del treno Frecciarossa 9595. Questa è la commemorazione dei macchinisti Atac in onore di Giuseppe Ciucciù e Mario Dicuonzo, scomparsi nell'incidente avvenuto a Ospedaletto Lodigiano. "Tutto il personale Atac si unisce al cordoglio dei familiari e di tutti i ferrovieri", scrive Atac in una nota. La commemorazione, avvenuta alle 15, è stata preceduta da annunci diffusi in stazione e a bordo dei treni per informare i passeggeri. Proprio oggi si sono svolti a Pioltello i funerali di Mario Dicuonzo, uno dei due macchinisti deceduti nella tragedia. Quelli di Giuseppe Ciucciù, invece, si sono svolti ieri. Entrambe le esequie hanno visto la partecipazione di una folla commossa: le bare sono state accolte dagli applausi e dalle lacrime di colleghi, amici e parenti dei due macchinisti, che alle spalle avevano anni di esperienza.
Treno deragliato, l'incidente del Frecciarossa 9595
L'incidente in cui hanno perso la vita Giuseppe Ciucciù e Mario Dicuonzo è avvenuto alle 5.35 del 6 febbraio. Il treno Frecciarossa 9595 era partito alle 5.10 da Milano. Alle 5.35, ossia 25 minuti dopo la partenza, il treno viaggiava alla velocità di circa 280 chilometri orari: ed è a questo punto che la motrice è uscita fuori dai binari e si è schiantata contro il casotto di Trenitalia. Il resto del convoglio ha proseguito per circa un chilometro, fino a che la seconda carrozza si è ribaltata e ha fermato il treno, arrestandone la corsa. Nell'incidente sono rimaste ferite 27 persone, nessuna di loro forunatamente in modo grave. Per i due macchinisti invece, non c'è stato nulla da fare, sono morti praticamente sul colpo. Le indagini sono ancora in corso: per ora nel registro dell'inchiesta per disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo e lesioni plurime, sono stati iscritti cinque dipendenti di Rfi, un caposquadra e quattro operai, oltre che Reti Ferroviarie italiane per la legge 231 del 2001 sulla responsabilità delle società per i reati commessi dai dipendenti.