Il day after l’impresa il popolo giallorosso ancora non ci crede: “Non ci svegliate da questo sogno”
Dopo trentaquattro anni d'assenza la Roma torna a giocare una semifinale di Champions League, e lo fa scrivendo una bella pagina di calcio in campo e fuori. Contro ogni pronostico, giocando la partita perfetta, i giallorossi hanno ribaltato il 4-1 dell'andata al Camp Nou eliminando il Barcellona delle stelle. Messi, Iniesta, Pique e compagni si sono dovuti arrendere a una squadra che ha fatto la partita dall'inizio alla fine, ai gol di Dzeko e Manolas, al rigore trasformato con freddezza dal capitano Daniele De Rossi.
E al triplice fischio finale, passati gli ultimi minuti con il cuore in gola, tutta la città giallorossa è esplosa in un urlo di liberazione e gioia. Lacrime sull'erba verde e sugli spalti, con i tifosi che non hanno fatto mai mancare spinta e sostegno agli undici in campo. Neanche il tempo di realizzare quello che è accaduto che già si sentono i clacson e le trombe dal centro alla periferia, caroselli e festa al Circo Massimo, piazza Venezia e piazza del Popolo, dove James Pallotta si tuffa nella fontana.
In tanti hanno faticato a prendere sonno, increduli e felici. E stamattina ancora assonnati, tra i bar e al giornalaio, tra battute e sfottò, si ripercorre l'impresa della remuntada, chi stava all'Olimpico viene ascoltato come il testimone oculare di un'impresa epica, magari anche con un pizzico d'invidio. "A Roma non si asfaltano le buche ma il Barcellona sì". Battute e freddure rimbalzano dai social network alle chiacchiere in ogni angolo. È stata una notte di festa a Roma dal centro alla periferia, un sogno per un popolo in questi anni abituato a soffrire, a vedere la propria squadre del cuore interpretare il ruolo di eterna seconda e mancare sempre gli appuntamenti più importanti. Ma questa volta no, questa volta la Roma ha fatto l'impresa.
"Ora non ci svegliate, vogliamo continuare a sognare", è la richiesta di questi tifosi innamorati della propria squadra e dei propri colori. E allora il prossimo appuntamento è domenica sera per il derby della capitale. Ma la testa è già alla semifinale per continuare a sognare, perché con scaramanzia nessuno neanche nomina il sogno proibito: "Perché non succede, ma se succede".