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Il Comune di Roma non sarà parte civile al processo contro il sindaco Raggi

La decisione dell’assemblea capitolina dopo una votazione: la mozione presentata da Fratelli d’Italia respinta a larga maggioranza con 22 voti contrari ed appena 7 favorevoli.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Il Comune di Roma non sarà parte civile nel procedimento penale a carico del sindaco Virginia Raggi. La decisione è stata presa dall'assemblea capitolina, che ha respinto la mozione presentata da Andrea De Priamo di Fratelli d'Italia, che ne chiedeva invece a nome del gruppo la costituzione ufficiale.

La mozione è stata respinta a larghissima maggioranza: appena sette i voti favorevoli, ben ventidue quelli contrari. Il processo a cui la mozione faceva riferimento si riferisce a quello relativo all'accusa, nei confronti del sindaco, di "falso in atto pubblico, nell'ambito dell'inchiesta sul cosiddetto ‘pacchetto nomine' ed in particolare per la nomina alla direzione del dipartimento turismo di Renato Marra, fratello di Raffaele Marra, già braccio destro e uomo di fiducia del sindaco".

Ad essere messa in dubbio è infatti la "buona fede" con cui il sindaco Raggi compilò una memoria scritta ai funzionari dell'Anticorruzione del Campidoglio, affermando di aver agito "in piena autonomia" riguardo la nomina del fratello di Raffaele Marra a capo dipartimento del Turismo. Secondo l'accusa, invece, sarebbero prove schiaccianti in questo senso, i contenuti di diverse chat e scambi di sms messi agli atti, che invece dimostrerebbero il contrario secondo la difesa del sindaco.

Il processo al sindaco Virginia Raggi inizierà il prossimo 21 giugno, come disposto dal Tribunale di Roma lo scorso 5 gennaio, accogliendo così la richiesta di giudizio immediato avanzata dai difensori del sindaco stesso, e saltando così l'udienza preliminare e le elezioni politiche del prossimo 4 marzo. Soltanto in caso di una eventuale condanna della Raggi ed in presenza di un danno per l'ente pubblico stesso, l'amministrazione comunale si rifarà nei confronti del sindaco in sede civile, hanno fatto sapere dal Campidoglio.

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