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Il 118 non arriva e Raffaella muore per crisi epilettica. La sorella: “Poteva salvarsi”

Secondo i famigliari della ragazza, l’ambulanza sarebbe arrivata oltre 40 minuti dopo la chiamata al 118. Ma le versioni sugli orari dei medici e della famiglia non combaciano: i primi, infatti, sostengono che l’ambulanza sia arrivata otto minuti dopo la chiamata avvenuta alle 21.02 dello scorso sabato.
A cura di Enrico Tata
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Raffaella Novaldi, 23 anni, è morta ieri a Roma per una crisi epilettica. Forse poteva salvarsi, ma l'ambulanza l'ha soccorsa dopo oltre "quaranta minuti", dicono i parenti. Quando arriva al pronto soccorso del Policlinico di Tor Vergata per lei non c'è praticamente più nulla da fare. La famiglia ieri si è rivolta ai carabinieri e la procura ha aperto un fascicolo di inchiesta sulla morte della ragazza di Tor Bella Monaca. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, le versioni sugli orari dei medici e della famiglia non combaciano: i primi sostengono che l'ambulanza sia arrivata otto minuti dopo la chiamata avvenuta alle 21.02 dello scorso sabato, mentre secondo i parenti della giovane vittima l'ambulanza sarebbe arrivata dopo quaranta minuti.  "Ho chiamato più volte il 118. Sono riuscita ad avere una risposta dopo 20 minuti ma la comunicazione è caduta prima di poter chiedere aiuto. In pigiama, mi sono precipitata al Policlinico per chiedere aiuto. Ci ho messo 5 minuti, da casa di Raffaella sono appena 4 chilometri. Ho chiesto un'ambulanza ma mi hanno riferito che avrei dovuto chiamare il 118 e che loro non potevano far nulla", ha raccontato la sorella in un'intervista pubblicata sul Messaggero.

Sulla vicenda è intervenuto anche il consigliere regionale Fabrizio Santori, Fratelli d'Italia. "Ambulanze ferme nei pronto soccorsi degli ospedali romani, e una ragazza perde la vita al Policlinico Tor Vergata perché i soccorritori non arrivano in tempo. Purtroppo l'incredibile situazione, denunciata nei giorni scorsi circa il blocco di numerose autolettighe negli ospedali capitolini, avrebbe determinato un inaccettabile ritardo nei primi soccorsi che, a quanto riferiscono familiari e vicini, sarebbero giunti dopo ben un'ora e mezza. In circostanze del genere, ogni minuto è prezioso per salvare la vita a una persona, e molto probabilmente il tempo perso avrebbe contribuito a determinare la morte della ventitreenne", scrive in una nota Santori.

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