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Graffiti nella fabbrica abbandonata: il Museo dell’Altro e dell’Altrove è una scoperta

Nato nel 2012, il MAAM, Museo dell’Altro e dell’Altrove, è un progetto di Giorgio de Finis, in collaborazione con i Blocchi Precari Metropolitani e gli abitanti di Metropoliz, una vecchia fabbrica di salumi Fiorucci occupata da 200 persone in cerca di alloggio.
A cura di Enrico Tata
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Graffiti, murales, installazioni futuristiche inserite in una vecchia fabbrica di salumi. Un museo nascosto nella periferia romana, una vera perla nel quartiere di Tor Sapienza. È il terzo polo di arte contemporanea di Roma, dopo il Maxxi e il Macro, ma certamente è il meno conosciuto. Nato nel 2012, il MAAM, Museo dell'Altro e dell'Altrove, è un progetto di Giorgio de Finis, antropologo, in collaborazione con i Blocchi Precari Metropolitani e gli abitanti di Metropoliz, una vecchia fabbrica di salumi Fiorucci occupata da 200 persone in cerca di alloggio.

“Contro-dipositivo e opera situazionista e relazionale – si legge sul sito del museo – il MAAM si pone in concorrenza con le grandi istituzioni museali italiane e della capitale (il Maxxi e il Macro), facendo della sua perifericità, della sua totale assenza di fondi, della sua non asetticità (il MAAM è un museo abitato, “reale”) il suo punto di forza. Avviando un nuovo virtuoso rapporto tra arte e città e tra arte e vita, il Metropoliz si sta dotando, grazie al MAAM, di una pelle preziosa e di una collezione, che l’aiuteranno a proteggersi dalla minaccia sempre incombente dello sgombero coatto. Il MAAM si prefigge di trasformare l’intera fabbrica occupata in un super-oggetto e in un soggetto d’arte collettiva. Gli artisti sono invitati a dare il loro contributo gratuitamente, interagendo con lo spazio, con gli abitanti, e tra di loro”.

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