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Goletta Verde lancia l’allarme: ecco quali sono le spiagge del Lazio più inquinate

Secondo le analisi di Legambiente, 15 fra i 24 punti controllati presenterebbero una carica batterica superiore al livello consentito dalla legge. Inquinati diversi siti balneari della provincia di Roma, in corrispondenza delle foci del Tevere e dell’Arrone. Bollino rosso anche per per le spiagge in provincia di Latina e Viterbo.
A cura di An. Mar.
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Bagni a rischio per i turisti che scelgono i litorali laziali per le proprie vacanze. Secondo quanto accertato dal monitoraggio di Goletta Verde, 15 siti sui 24 esaminati, sono inquinati. Gli esiti delle analisi hanno evidenziato per le acque analizzate una carica batterica superiore ai limiti consentiti dalla legge. A rendere impure e potenzialmente pericolose le acque di alcuni dei più begli arenili del Lazio sarebbero gli sversamenti abusivi. Le acque inquinate, dunque, risultano essere quelle dove sfociano fiumi. Bollino rosso per la provincia di Roma, dove dieci campionamenti su 14 sono hanno portato alla classificazione delle acque come "fortemente inquinate". Si tratta di quelle alle foci del Tevere e del canale vicino al primo cancello a Ostia. Stesso livello di impurità per quelle all’altezza del lungomare Pyrgi a Santa Severa e per quelle alla foce del fiume Arrone, sul lungomare di Fregene.

Maglia nera anche per le foci dei canali Crocetta, Orfeo e del Rio Torto a Torvajanica, sempre in provincia di Roma.  La foce del fosso Grande ad Ardea? Inquinata anche quella, insieme con quella del fosso Cavallo Morto in prossimità del Lido dei Gigli di Anzio e alla foce del porto canale Loricina di Nettuno. Spostandosi di alcuni chilometri dalla capitale, però, la situazione non migliora. I sette prelievi eseguiti in provincia di Latina hanno rivelato livelli di inquinamento preoccupanti. Si sono quindi meritate il marchio di "fortemente inquinate" le acque alla foce del torrente Longato a Torre San Vito a Gaeta, quelle alla foce del Rio Recillo a Minturno e quelle sulla spiaggia vicino al Rio Santacroce in località Gianola di Formia. Situazione analoga in provincia di Viterbo, dove altrettanto impure sono le acque alla foce del fiume Marta, Lido di Tarquinia. Sorte meno dura, invece per la foce del fosso Chiarone, a Pescia Romana, le cui acque, sebbene classificate da Legambiente come "inquinante", presentano livelli di tossicità giudicati non preoccupanti.

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