Giorgia Meloni se la prende con le drag queen che raccontano favole sull’amicizia ai bimbi
"Regine d'eccezione d'eccezione diventeranno "libri viventi" per narrare alle giovanissime generazioni fiabe e racconti: le Drag Queen Cristina Prenestina e Paola Penelope accoglieranno, insieme agli operatori e alle operatrici dell'associazione "Cittadini del Mondo", le scuole del territorio che vorranno partecipare agli incontri gratuiti". Così viene descritta sulla pagina Facebook della ‘Comunità educante diffusa del VII Municipio' l'iniziativa ‘Fiabe e racconti di amicizia e di inclusione per bambin* e ragazz*', che tra l'altro è patrocinata proprio dal Municipio VII. L'evento, che è stato annullato a data da destinarsi per l'emergenza coronavirus, era pubblicizzato anche sul sito del comune di Roma.
Meloni: "Follia"
Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, Maurizio Politi, consigliere comunale della Lega in Campidoglio, e Mario Adinolfi, fondatore del Popolo della Famiglia, hanno criticato duramente l'evento. Secondo Meloni, parla di "follia" in riferimento al fatto che "due drag queen parleranno di "inclusione" e "amicizia" a bambini dai 3 anni in su in una scuola di Roma. Il tutto pubblicizzato sul sito ufficiale del Campidoglio". "Giù le mani dai bambini!", scrive Meloni. Ancora più duro il commento di Politi: "Questo è come spende i soldi il Comune di Roma. Manda i bambini a lezione di inclusione dalle Drag Queen.(i travestiti). I romani vi prenderanno a calci insieme a tutti quelli che usano i bambini per le loro assurde propagande. Il limite è ampiamente superato". Questo, invece, il parere di Adinolfi: "Il Popolo della Famiglia protesta decisamente con il sindaco di Roma, Virginia Raggi, con le autorità del municipio VII e con il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina per la manifestazione che da domani e per tre mercoledì nell’ambito del plesso scolastico della Damiano Chiesa a Roma prevederà l’incontro patrocinato dal comune di bambini di scuola primaria con i “libri viventi” rappresentati da Drag Queen secondo il consueto schema di voler proporre l’ideologia gender con tanto di timbro delle istituzioni e ovviamente a spese della collettività, perché la lobby Lgbt non fa mai nulla se non c’è corrispettivo di denaro pubblico".