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Il piccolo Gabriel Feroleto soffocato dalla mamma

Gabriel Feroleto ucciso a 2 anni, i risultati dell’autopsia: morto soffocato in 10 minuti

I risultati dell’autopsia sul corpicino di Gabriel Feroleto arrivano a fare chiarezza sulle cause del decesso: il piccolo è morto soffocato, non per strangolamento, come sosteneva la madre. Una mano gli ha chiuso bocca e naso, uccidendolo dopo un’agonia di 10 minuti. I genitori del bimbo restano in carcere.
A cura di Alessia Rabbai
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Gabriel Feroleto
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Gabriel Feroleto è morto soffocato e non per strangolamento, come era emerso in fase iniziale di indagine. A fare chiarezza sulle cause che hanno portato al decesso del bimbo di 2 anni e mezzo ucciso a Piedimonte San Germano, i risultati dell'autopsia, svolta sul corpicino. Secondo quanto riporta IlMessaggero, l'esito degli esami effettuati dai medici legali non lascia alcun dubbio, la morte è sopraggiunta per soffocamento: qualcuno gli ha chiuso con una mano bocca e nasino per impedirgli di respirare, forse per farlo smettere di piangere. Dagli accertamenti svolti sul bimbo è emerso anche che la morte è avvenuta lentamente, un'agonia durata 10 minuti, fino a quando Gabriel, libero di sottrarsi dalle mani di chi lo ha ucciso, è diventato un angioletto ed è volato in cielo. A disporre gli esami la procura, il pubblico ministero Valentina Maisto ha voluto scandagliare, portare alla luce e dissipare le contraddizioni dei genitori del piccolo, sui drammatici fatti che sono accaduti il 17 aprile scorso e che hanno scosso il Frusinate. Non solo, i consulenti della procura sostengono che la morte sarebbe sopraggiunta tra le 13 e le 13, ossia, dalle 4 alle 7 ore precedenti al ritrovamento delle 20, quando i carabinieri sono intervenuti in località Volla e hanno trovato il bimbo riverso in strada, a pochi passi dall'abitazione in cui viveva con la madre.

I genitori di Gabriel Feroleto sono in carcere

Nel frattempo, a tre mesi dai tragici fatti, i genitori di Gabriel restano in carcere, accusati di omicidio volontario. Nicola Feroleto, 48 anni difeso dall’avvocato Luigi D’Anna con la consulenza della criminologa Roberta Bruzzone, di trova a Cassino, mentre Donatella Di Bona, 28 anni, assistita dai legali Lorenzo Prospero e Chiara Cucchi con il criminologo Carmelo Lavorino è a Rebibbia, nella Sezione femminile del carcere romano. Tante le contraddizioni dei genitori emerse nei mesi durante i vari interrogatori, a partire dalla prima versione dei fatti che la mamma ha fatto ai soccorritori: la donna ha raccontato che era stato travolto da un'auto pirata. Poi la confessione dell'omicidio, ma secondo quanto dichiarato da Donatella, non era sola: in sua compagnia c'era Nicola, l'ex compagno, che prima non avrebbe fatto nulla per cercare di salvare il bimbo quando la mamma gli avrebbe stretto le mani attorno alla gola, per poi dire in un secondo momento che l'avrebbero ucciso insieme. Nicola invece ha sempre smentito tutto, negando la sua presenza sul luogo dell'omicidio e sostenendo fermamente che quel maledetto 17 aprile si trovava lontano da Piedimonte San Germano.

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