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Frosinone, smantellata banda di narcotrafficanti: rifornivano di coca tutta la provincia

Sequestrati diversi chili di droga tra cui hahish, marijuana e cocaina. Una volta tagliato e immesso nelle piazze di spaccio, lo stupefacente avrebbe fruttato alla banda di narcotrafficanti guadagni per un milione di euro: le indagini, iniziate nel 2017, hanno permesso ai carabinieri di scoprire come veniva rifornita di droga la provincia laziale.
A cura di Natascia Grbic
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Questa mattina sono state arrestate tredici persone dai carabinieri del Comando provinciale di Frosinone: cinque sono state portate in carcere, a sette sono stati notificati gli arresti domiciliari. Una ha l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Sono ritenute responsabili a vario titolo dei reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico e alla detenzione di sostanze stupefacenti. Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal Tribunale di Roma su richiesta della Direzione distrettuale antimafia: le operazioni, che hanno avuto luogo sul territorio di Frosinone, hanno visto l'impiego di ottanta militari. Si tratta di una delle più vaste operazione antidroga avvenute nelle ultime settimane.

La droga consegnata anche a domicilio

Le indagini, iniziate nel 2017, hanno portato all'arresto di quindici persone in flagranza di reato, cinquantasei denunce, e sessanta assuntori segnalati all'autorità amministrativa. Secondo quanto emerso dalle indagini, la banda operava nella provincia di Frosinone – soprattutto a Ferentino, Anagni, Alatri e Veroli – e nella periferia sud di Roma. La banda era guidata da cittadini albanesi, i quali avevano stretto un sodalizio con gli italiani: si tratta di persone dall'elevato profilo criminale, che erano in grado di prendere tutti gli accorgimenti necessari per non farsi scoprire dalle forze dell'ordine. La droga veniva acquistata grazie ai canali della criminalità romana: dopo essere stata stoccata, veniva divisa in dosi e poi immessa nelle piazze di spaccio. La rete era così ben consolidata che i pusher eseguivano anche consegne a domicilio per gli acquirenti.

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