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Frosinone, dimesso due volte dall’ospedale muore: medici indagati per omicidio colposo

Mario Arduini, bidello di 61 anni di Ferentino, è morto nel marzo del 2017 dopo essere stato dimesso due volte dall’ospedale Spaziani di Frosinone. Per il suo decesso sono indagati due medici per omicidio colposo. Ora il gup titolare del procedimento ha disposto un supplemento d’indagine per stabilire chi ne ha disposto le dimissioni.
A cura di Redazione Roma
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L'ingresso dell'ospedale Spaziani di Frosinone
L'ingresso dell'ospedale Spaziani di Frosinone

È il 30 marzo del 2017 quando Mario Arduini, bidello di 61 anni di Ferentino, muore dopo essere stato dimesso dall'ospedale Spaziani di Frosinone per una grave crisi respiratoria. L'uomo si era recato per due volte in 36 ore al pronto soccorso, venendo in entrambi i casi dimesso. Poi il decesso e la denuncia dei familiari, che ha fatto scattare l'indagine e l'apertura di un processo, che vede due medici indagati per omicidio colposo. Ai due medici che hanno visitato l'uomo e ne hanno disposto dopo accertamenti le dimissioni, è contestata la mancata diagnosi di un infarto.

Nuove indagini sulla morte del bidello di Ferentino

Lo scorso venerdì 29 novembre, il giudice per l'udienza preliminare titolare del procedimento, Antonello Bracaglia Morante, ha deciso di disporre un supplemento d'indagine per il decesso dell'uomo, con il fine di acquisire tuti i turni dei medici presenti quel giorno nell'ospedale del capoluogo del ciociaro al fine di stabilire chi si occupò delle dimissioni. Dopo una prima visita in ospedale, con i controlli del caso, l'uomo era stato dimesso e rimandato a casa.

Mario Arduini morto durante la corsa in ospedale

Ma il 61enne tornava dopo poche ore denunciando un aggravamento della propria condizione. Veniva allora posto sotto osservazione e, nuovamente dimesso. Tornato a casa ancora la corsa in ospedale, ma questa volta le sue condizioni erano troppo gravi e i medici non hanno potuto fare nulla per rianimarlo. I familiari sono convinti che se fosse rimasto in ospedale e se i medici avessero fatto la corretta diagnosi, ora il loro caro sarebbe ancora vivo.

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