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Frosinone, arrestato dopo 13 anni di latitanza membro della terribile banda della ‘Spaccata’

È stato arrestato, dopo tredici anni di latitanza, Alberto Alteri, uno dei membri della terribile banda della ‘Spaccata’. Dovrà scontare più di 17 anni di carcere per cumuli di pene. Alteri era scappato in Inghilterra mentre si trovava agli arresti domiciliari, ma in questi giorni era tornato a Frosinone.
A cura di Natascia Grbic
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Immagine di repertorio
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È stato arrestato, dopo tredici anni di latitanza, Alberto Alteri, un uomo di 45 anni che si è reso protagonista in passato di numerose rapine e che faceva parte della cosiddetta ‘banda della Spaccata‘. Alteri è stato fermato dalle forze dell'ordine all'uscita del casello di Ferentino: la polizia lo stava braccando da un po' di tempo e ne aveva iniziato a seguire gli spostamenti. E così la squadra mobile lo ha fermato proprio il 25 aprile, mentre stava tornando nella terra in cui è nato. Adesso dovrà scontare diciassette anni e quattro mesi di reclusione: è stato già tradotto in carcere. Alteri è riuscito a sfuggire alla polizia per tutto questo tempo perché si era nascosto in Inghilterra: stava scontando la pena a casa sua, agli arresti domiciliari, quando è riuscito a fuggire e andare all'estero. Non aveva però fatto i conti con la nostalgia di casa: e appena si è avvicinato a Ferentino, è stato subito bloccato.

Arrestato Alberto Alteri: dovrà scontare 17 anni di carcere

Alberto Alteri dovrà scontare diciassette anni e quattro mesi di reclusione per un cumulo di pene avute per reati compiuti in passato. L'uomo è accusato di aver compiuto numerose rapine, tra cui quella alla banca Carige di Pignataro dove, armato di un taglierino, si era fatto dare i soldi dagli impiegati dell'istituto. Alteri non aveva agito da solo, ma con un complice: dopo aver prelevato 14mila euro sono fuggiti, ma sono stati fermati dalle forze dell'ordine immediatamente fuori la banca. Il latitante ha fatto parte anche della banda della ‘Spaccata', che anni fa operava in tutto il centro Italia ma soprattutto nella zona di Cassino. Tanto che i commercianti erano terrorizzati da loro. La banda era solita usare un furgone per compiere le rapine: il conducente alla guida lo puntava perso la porta o la vetrine del negozio e lo sfondava. Una volta distrutto tutto, entravano a rubare la merce, che poi provvedevano a rivendere in nero.

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