Francesco Lo Coco, suicida lo scienziato pioniere nella cura della leucemia: si è gettato nel Tevere

È stato allievo del grande Franco Mandelli e una delle menti più brillanti della comunità scientifica: Francesco Lo Coco, scienziato all'avanguardia, grande pensatore e scopritore di un metodo innovativo per trattare la leucemia, è scomparso all'età di 64 anni. Non si tratta di una morte accidentale purtroppo: il medico si è tolto la vita domenica scorsa, in quella che sembrava una normalissima giornata come tutte le altre. Francesco Lo Coco era uscito a pranzo, e stava mangiando in un ristorante sul Tevere, nella magnifica location del Ponte della Musica. A un certo punto si è alzato, dicendo che doveva andare in bagno. Ma non ha più fatto ritorno: lo scienziato è uscito, senza destare nessun sospetto, e si è lanciato dal parapetto, buttandosi nel Tevere. Non si conoscono i motivi del suo gesto, il perché abbia deciso di compiere questo atto estremo: la comunità scientifica adesso è in lutto, non solo per la perdita di una mente così brillante e geniale, ma anche perché in molti hanno perso un amico e una figura di riferimento nell'ambito medico.
Francesco Lo Coco, comunità scientifica in lutto: "Ci mancherai"
Francesco Lo Coco è stato il primo a ideare una terapia per la cura della leucemia senza ricorrere alla chemio. La sua scoperta gli è valsa diversi premi, tra cui l'ambito "José Carreras Award" all'ultimo congresso della Società europea di ematologia Eha, tenutosi a Stoccolma. Il medico, specializzato in caratterizzazione genetico-molecolare e terapia delle neoplasie ematologiche, è stato anche professore ordinario di Ematologia all'Università di Roma Tor Vergata. Una mente brillante, un pioniere nel trattamento della leucemia acuta promielocitica. Sono molti in questo momento a ricordarlo con affetto. Tra questi il presidente del Ginema, il gruppo italiano malattie ematologiche dell'adulto, Marco Vignetti. "Non so perché ora tu non ci sei più – ha scritto in una nota commemorativa sul sito del Ginema – Amavi tanto il nostro Prof (Franco Mandelli, N.d.R.), ti auguro di averlo già incontrato, c’era tanto affetto e tanta stima tra voi e certamente se siete di là ora sarete già insieme a progettare. Caro Francesco, ti voglio bene e mi mancherai. Ci mancherai tanto. Avremmo avuto ancora tanto bisogno di te. Ti abbraccio con tutte le mie forze, mi pento per non averlo fatto più spesso prima perché te lo saresti meritato. E ti auguro di essere felice".