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Rogo dell’aeroporto di Fiumicino: indagato Lo Presti, ad di Aeroporti di Roma

Nel registro degli indagati per l’incendio dello scorso 7 maggio al Terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino finisce l’ad di Adr Lorenzo Lo presti, Il molo D dell’aeroporto è stato sequestrato oggi nell’ambito della stessa inchiesta Disagi per i viaggiatori. La Procura di Civitavecchia smentisce che il sequestro sia dovuto ai livelli di diossina. troppo alti.
A cura di Enrico Tata
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Si allarga l'inchiesta sul rogo che ha distrutto lo scorso 7 maggio gran parte del Terminal 3. A finire nel registro degli indagati oggi è l'amministratore delegato di Aeroporti di Roma Lorenzo Lo Presti. Il super manager è indagato per violazione della normativa sulla sicurezza dei lavoratori.

Sotto sequestro il molo D

Il molo D dell’aeroporto di Fiumicino è stato sequestrato, sempre oggi, nell'ambito della stessa inchiesta. Un’operazione necessaria per verificare le misure di sicurezza in quella zona dell'aeroporto e per verificare la presenza di diossina ed altre sostanze tossiche per lavoratori e passeggeri. Il sequestro, disposto dalla Procura di Civitavecchia, avrebbe riguardato anche la sala operativa della polizia. Secondo fonti della Polizia di frontiera, lo scalo sarà chiuso gradualmente entro poche ore. Gli uomini della Polizia giudiziaria, almeno una ventina, stanno procedendo a sbarrare l'accesso al molo, comprese le zone dei gate di imbarco, con del nastro bianco e rosso su cui alcuni cartelli avvertono che l'area è posta sotto sequestro. Il molo si trova proprio all’interno del terminal 3 di Fiumicino ed era stato riaperto il 18 maggio scorso, a poco più di una settimana dal rogo che aveva distrutto parte del terminal.  Secondo quanto si apprende, il livello di diossina riscontrato dalle analisi dell'Arpa effettuate nell'area posta sotto sequestro questa sera dalla Polaria sarebbe di 10 volte superiore al consentito.

Il 17 maggio, presso la sede della Direzione Sistemi Aeroporti Lazio dell'Enac, si era tenuta una riunione che aveva dato il via libera alla riapertura del Molo D dell'aeroporto di Fiumicino una settimana dopo il rogo al terminal 3. Aeroporti di Roma aveva illustrato con una serie di foto gli effetti degli interventi di bonifica e pulizia dell'area interessata. A sua volta, il rappresentante della HSl Consulting aveva illustrato i dati delle rilevazioni effettuate, che dimostravano livelli di inquinamento per le sostanze chimiche ricercate ben al di sotto dei limiti previsti dalle normative nazionali e internazionali riferiti agli ambienti di lavoro. Sulla base di questi dati, il rappresentante della ASL Roma D aveva convenuto sulla riapertura dell'area in questione, “in quanto non si evidenziano rischi di tossicità né di irritabilità per le persone che transiteranno in quell'area (passeggeri e operatori)”.

La Procura smentisce: "La diossina non c'entra"

In una nota il procuratore della Repubblica di Civitavecchia Gianfranco Amendola smentisce che il sequestro sia avvenuto a causa dei livelli di diossina. "E' totalmente infondata la notizia di stampa secondo cui il sequestro preventivo del molo D del terminal 3 dell'aeroporto di Fiumicino sarebbe stato determinato da una presenza di diossina 10 volte superiore ai limiti di legge – si legge nella nota –  Il sequestro è stato emesso dal gip per accertare la persistente inosservanza da parte dei datori di lavoro delle disposizioni previste dalla legge a tutela della salute dei lavoratori, culminata, nonostante apposite prescrizioni e diffide della Asl Rmd, nella riapertura, in data 17 maggio, della zona interdetta del molo D".

Disagi per i viaggiatori

Disagi per i viaggiatori da questa mattina. I passeggeri delle aree Schengen ed extra Schengen sono dirottati, come all'indomani dell'incendio al Terminal 3, al terminal 1 e 2 o 5 per i voli Intercontinentali, per sbrigare le pratiche pre imbarco. Poi i passeggeri in partenza devono tornare al Terminal 3 a prendere le carte d'imbarco e recarsi di nuovo negli altri Terminal per imbarcarsi sul proprio volo. Non sono coinvolte nel sequestro la Sala Operativa della Polizia di frontiera e la Control Room, il settore da cui viene monitorato l'imbarco ed il controllo di tutti i bagagli da stiva, nonostante le due sale siano ubicate al piano superiore dello stesso molo.

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