Febbre del Nilo a Latina, primi casi su alcuni cavalli
Secondo quanto riporta il quotidiano locale Latina Oggi, a Cisterna di Latina sarebbero stati diagnosticati tre casi di febbre del Nilo su altrettanti cavalli. Gli animali sono risultati positivi ai test effettuati presso il laboratorio dell'istituto zooprofilattico sperimentale dell'Abruzzo e del Molise ‘G. Caporale'. L'allevamento che ospita i tre cavalli è stato disinfestato e gli animali malati hanno cominciato la terapia specifica per la malattia. Nessun riscontro, per ora, su esseri umani.
Il virus West Nile, spiega il ministero della Salute, viene trasmesso all'uomo e agli animali, attraverso la puntura di zanzare infette del genere Culex. Non si trasmette da persona a persona. Nei serbatoi di infezione, uccelli migratori e animali domestici, il virus può persistere da alcuni giorni a qualche mese. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. I focolai di infezione possono essere di vario tipo: acquitrini, canalizzazioni a cielo aperto, bacini perenni e per l'approvvigionamento idrico degli orti urbani, risaie, cisterne, depuratori, vasche e fontane ornamentali soprattutto laddove le acque sono ferme e contengono detriti vegetali (che forniscono nutrimento e riparo alle forme larvali), tombini e pozzetti stradali che raccolgono le acque di superficie, grondaie con pendenze non corrette, cantine allagate, ed anche piccole raccolte di acqua temporanee, come ad esempio in barattoli vuoti, sottovasi e contenitori senza coperchio. Questa estate in Veneto sono stati diagnosticati 84 casi e 3 decessi.