Fausto, preparatore atletico di 38 anni: “Ho lottato 20 giorni contro la morte in terapia intensiva”
Fausto Russo, preparatore atletico del Fiuggi calcio positivo al coronavirus e ricoverato da ventisei giorni all'ospedale Santa Maria Goretti di Latina, sta meglio, grazie al farmaco contro l'artrite reumatoide Tolicizumab, assunto in via sperimentale. Fausto, trentotto anni, sano, sportivo, non fumatore, senza patologie pregresse, ha raccontato a Fanpage.it la sua esperienza con la malattia. "Mi credevo invincibile, giovane, in forma, nonostante questo il virus mi ha colpito e quasi ucciso". Il personal trainer di Scauri ha manifestato i primi sintomi della malattia il 5 marzo scorso: "La mattina ero regolarmente al lavoro nel mio centro fitness, verso mezzogiorno ho iniziato a sentirmi male, mi facevano avevo dolori alle ossa e mi sentivo accaldato. Tornato a casa mi sono misurato la febbre, il termometro segnava 38 centigradi. Il mio medico di base mi ha consigliato di prendere del paracetamolo per farla abbassare e mettermi al riposo. Nei giorni seguenti mi è aumentata la tosse, mentre la febbre scendeva a 37 e mezzo per poi risalire e avevo crisi respiratorie".
Tampone positivo e polmonite interstiziale bilaterale
Il trentottenne, ha raccontato di come le sue condizioni di salute si sono progressivamente aggravate: "Domenica 8 marzo non riuscivo più a respirare, su consiglio del medico ho chiamato il Numero Unico delle Emergenze e un'ambulanza ha raggiunto la mia abitazione. I sanitari hanno riscontrato una saturazione molto bassa e mi hanno portato al Santa Maria Goretti di Latina. La tac ha rilevato una polmonite interstiziale bilaterale e il tampone ha confermato che avevo contratto il Covid-19. Mi hanno trasferito nel reparto di Malattie Infettive, dove mi trovo ricoverato da quasi un mese. Per giorni ho pensato di non farcela, sia fisicamente, perché facevo molta fatica a respirare, sia psicologicamente".
Il messaggio a giovani: "Tutti possono ammalarsi e morire"
Fausto ha rivolto un messaggio ai giovani: "Prima di contrarre il virus ero convinto che non sarebbe toccato a me, che era una malattia che avrebbero potuto contrarre solo gli anziani, e che, qualora mi fossi ammalato, non mi avrebbe comunque creato particolari problemi. Fidatemi di me, non è così". Oggi grazie alla cura sperimentale Fausto sta meglio e a tra non molto tornerà a casa: "Il mio più grande desiderio una volta uscito dall'ospedale è restare chiuso con mia moglie i miei bambini ed ‘annoiarmi con loro'".
Di Simona Berterame e Alessia Rabbai