Fase 2, centinaia verso il Sud da Milano: “Senza lavoro e università chiuse, impossibile vivere lì”
Da lunedì 4 maggio, con l'inizio della Fase 2, è permesso spostarsi per vedere i propri congiunti e andare a trovare la propria famiglia. Molti ragazzi e ragazze hanno quindi preso il treno da Milano e si sono diretti verso il centro e il sud Italia, per riabbracciare i propri cari dopo due mesi di assenza a causa del lockdown. Alla stazione Termini di Roma sono centinaia le persone che questa mattina si sono riversate sulle banchine, e altrettante ne sono attese nelle prossime ore. Ma contrariamente a quello che si possa pensare, le motivazioni che hanno spinto questi ragazzi a tornare non sono legate solo all'affetto per i propri cari. "Sono ferma con il lavoro e Milano è troppo cara, non posso continuare a vivere lì. Per questo mi sto spostando dai miei genitori al Sud". "L'università è chiusa, stiamo proseguendo online – racconta una studentessa – Rimanere a Milano non conveniva, quindi sto tornando a casa".
Controlli intensificati alle stazioni
Al loro arrivo studenti e lavoratori hanno dovuto mostrare l'autocertificazione per giustificare lo spostamento dal Nord Italia. A ognuno di loro è stata misurata la temperatura con un termometro che rivela la temperatura a distanza, dopodiché sono stati lasciati liberi di proseguire il proprio viaggio. Sulle banchine, a controllare che non si verificassero assembramenti e tutti rispettassero le distanze di sicurezza, le forze di polizia. Proprio oggi, in previsione del rientro, i controlli sono stati intensificati in tutta la città di Roma, soprattutto nelle stazioni della capitale.
Vivere a Milano? Troppo caro
Con la crisi economica generata dalla pandemia da coronavirus sono in molti ad aver perso il lavoro. C'è chi può usufruire della cassa integrazione, chi è riuscito a chiedere la disoccupazione. Alcuni sono riusciti ad accedere ai bonus o agli ammortizzatori sociali stanziati dal Governo, tanti altri non sono riusciti ad avere nemmeno quelli. E per queste persone pagare un affitto in una città come Milano e poter affrontare le spese quotidiane, a distanza di due mesi dall'inizio del lockdown, non è più sostenibile.