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Ex Fiera di Roma, Ciaccheri: “Non serve altro cemento, vogliamo chiarezza dal Comune”

Cosa accadrà nell’area dell’Ex Fiera di Roma? Amedeo Ciaccheri, il presidente dell’VIII municipio, ha promosso un incontro con comitati, Italia Nostra e movimenti di lotta per la casa per discutere del futuro dell’area. E chiedere all’assessore Luca Montuori delle garanzie e delle risposte concrete.
A cura di Redazione Roma
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Un incontro per discutere del futuro dell'Ex Fiera di Roma in VIII municipio. Sono anni che i padiglioni giacciono abbandonati su via Cristoforo Colombo, senza che nessun progetto venga mai portato a compimento: e c'è il timore che l'urbanistica dell'area possa essere adesso stravolta. Per questo il 19 aprile alle 17 si terrà un incontro nella sala del Consiglio dell'VIII municipio promosso dal presidente Amedeo Ciaccheri dove interverranno i cittadini , i comitati, Italia Nostra, i movimenti di lotta per la casa e anche l'assessore comunale all'urbanistica Luca Montuori. Obiettivo, per il presidente dell'VIII municipio, è far sì che l'area dell'Ex Fiera di Roma non diventi oggetto di speculazione nel futuro immediato.

Qual è l'obiettivo di quest'assemblea?

Fare il punto sull'Ex Fiera di Roma e sulle ultime vicende legate alla questione, dall'emergere delle notizie circa la richiesta di applicazione del piano casa e quindi  della richiesta da parte del proprietario di aumentare le cubature sul progetto dell'Ex Fiera di Roma. Ma vogliamo anche fare un punto sulla trasformazione del quadrante dentro questa spirale che tocca ancora una volta, in maniera preoccupante, l'urbanistica romana. Abbiamo invitato i comitati, i movimenti di lotta per la casa, Italia Nostra, tutti coloro che in questi anni si sono mobilitati sulle grandi questioni di trasformazione del territorio. Ci sarà anche l'assessore all'Urbanistica Luca Montuori.

Se verrà, cosa gli chiederete?

Di chiarire la sua posizione sull'Ex Fiera di Roma rispetto a quelle che erano le quote fissate dalla delibera Berdini che seguiva il lavoro portato avanti dalla giunta Catarci per quanto riguarda le quote e le cubature effettive realizzabili nell'area. La delibera Berdini stralciava una parte importante, e riduceva da 67mila a 44mila metri quadri la superficie utile per la costruzione. Era un buon risultato, che garantiva una quota netta di trasformazione evitando un pezzo di ulteriore edificazione sull'area: e questa è la questione principale rispetto alla salvaguardia del consumo del suolo, almeno nel rapporto col privato. La seconda cosa che chiederemo è l'apertura di un progetto di masterplan per il quadrante Navigatori Fiera di Roma, che colga la necessità di creare servizi nell'area, e che migliori il sistema della mobilità. Risposte che sono saltate e che diventano urgenti all'indomani di una fase di progettazione che porterà una trasformazione decisiva nel quadrante, già appesantito. Bisogna rivedere il piano della mobilità e della viabilità, e immaginare quali siano le funzioni pubbliche, cercando di aprire un tavolo che reperisca le risorse per l'interesse pubblico sull'operazione urbanistica.

Siete preoccupati per ciò che è emerso sull'area dei Mercati Generali dopo l'arresto di Marcello De Vito?

Siamo preoccupati perché temiamo un'operazione e un'ingerenza da parte del Presidente del Consiglio sulle procedure decisive dal punto di vista della gestione dell'urbanistica su Roma. E, per quanto riguarda i Mercati Generali, potrebbe diventare ancora più preoccupante perché potrebbe aprire a uno stallo nella realizzazione di un progetto che è stato lungamente discusso e che era arrivato all'apertura di un cantiere che adesso rischia nuovamente di bloccarsi. Rispetto a quello che doveva essere il processo iniziale la speranza è dissolta, dopodiché c'è un cratere aperto all'interno del nostro territorio che dura da più di dieci anni e che rappresenta una vera e propria ferita. Un passaggio di questo tipo rischia di mettere nuovamente in discussione la possibilità che la questione Mercati Generali abbia una fine. Anche perché non si sta discutendo di una riconversione del progetto o di una progettualità pubblica.

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