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Evasi da Rebibbia: si stringe il cerchio, forse un complice all’interno del carcere

Si starebbe stringendo il cerchio attorno ai tre cittadini di nazionalità albanese evasi lo scorso 27 ottobre dal carcere di Rebibbia, dove stavano scontando condanne per reati gravi. Gli inquirenti non escludono una complice nella fuga all’interno dello stesso penitenziario.
A cura di Va.Re.
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Sono ancora in fuga Basho Tesliivan detto Tesi, Mikel Hosanbelli e Ilir Pere, i tre cittadini albanesi evasi lo scorso 27 ottobre dal carcera di Rebibbia a Roma, segando le sbarre e calandosi con un lenzuolo come in un film. Tesliivan stava scontando una condanna all'ergastolo per l'omicidio di un ragazzo e una ragazza nel 2008, mentre Hosanbelli era in carcere per sfruttamento della prostituzione e traffico di droga, con fine pena nel 2020. Ilir Pere sarebbe invece dovuto uscire nel 2041, processato e condannato per traffico di droga e armi e per tentato omicidio.

Ritenuti molto pericolosi, le forze dell'ordine sono sulle loro tracce e il cerchio si starebbe stringendo: foto segnaletiche e allerta massima alle frontiere e in tutte le zone di confine, così come negli scali ferroviari e sui bus diretti fuori dal paese. Tantissime le segnalazioni dei fuggiaschi lungo la penisola. Le indagini sulla fuga sono coordinate dal pm  Nadia Plastilina: gli inquirenti non escludono che i tre detenuti siano stati aiutati da qualcuno all'interno del carcere, forse un agente della penitenziaria infedele, e stanno ricostruendo minuto per minuto le ore precedenti la fuga, per accertare che non ci siano state negligenze nei controlli di sicurezza.

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