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Ecco il nuovo San Lorenzo: aree pedonali, un parco archeologico e una piscina

Nell’area in cui doveva essere costruito un contestatissimo parcheggio multipiano verranno creati un parco archeologico, una piscina comunale e nuovi percorsi pedonali nel quartiere.
A cura di Enrico Tata
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Non verrà più costruito il parcheggio multipiano che inizialmente era previsto in via de Lollis, una delle strade che confina con la città Universitaria della Capitale. Al suo posto sorgeranno invece un parco archeologico, una piscina e diversi percorsi pedonali che si snoderanno per tutto il quartiere. Ecco il nuovo quartiere di San Lorenzo così come lo racconta Giovanni Caudo, l'assessore di Roma Capitale alla Trasformazione Urbana. “Dopo un lungo lavoro fatto con gli abitanti e con i dirigenti de La Sapienza – racconta -, abbiamo deciso di non dare più seguito al parcheggio multipian. Inizialmente l'università ne aveva progettato uno interrato, poi gli scavi avevano portato alla luce una villa di età repubblicana e una cavea ipogea e si era ripiegato su di un edificio soprelevato sulla parte archeologica. Dopo che anche il Provveditorato ha comunicato la necessità di una riduzione dei posti auto si è convenuto che non era conveniente un parcheggio, quindi recupereremo l'area, dove nascerà un parco archeologico, e vi realizzeremo, come era previsto in origine, una una piscina pubblica per il quartiere. In più: riqualificazione del verde e interventi di demolizione e ricostruzione”.

Il parco archeologico, di 83 metri per 65, sorgerà in via de Lollis, mentre il progetto di una piscina pubblica per il quartiere al momento è al vaglio della Soprintendenza archeologica. Anche se, va detto, nel progetto originario del Comune di Roma, la piscina era già presente e avrebbe dovuto sovrastare il megaparcheggio multipiano . “Vogliamo creare percorsi pedonali nel quartiere, – dice Caudo – sistemare gli spazi già pedonali e concentrarci sulla riqualificazione di due ambiti in particolare: la via dove ci sono i marmisti, e la parte del quartiere demolita da bombardamenti, la cosiddetta spina”.

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