«Ecco chi sono veramente i vigili di Roma». Lettera aperta al sindaco Marino
Non fannulloni, non assenteisti, ma forze al servizio dello Stato che battono le strade affrontando pericoli, spesso senza idoneo equipaggiamento o preparazione, che finanziano con risorse proprie l'acquisto di materiali che il Ministero non passa e rischiano la propria salute su strade dichiarate dall'Asl non idonee al servizio per l'alata concentrazione di sostanze inquinanti. Questo il ritratto inedito che alcuni vigili della Capitale fanno di se stessi e dei propri colleghi in una lettera rivolta al sindaco Ignazio Marino e indirizzata a Fanpage.it. Un appello, non il primo e forse neanche l'ultimo, a guardare l'altra faccia di una categoria che nelle ultime settimane è stata oggetto di critiche durissime, per il clamoroso assenteismo di massa nella notte di capodanno 2014.
Signor Sindaco,
siamo Agenti e Funzionari di Polizia Locale della Sua città, i "Vigili Urbani" come la gente ci continua a chiamare, Le scriviamo per dare voce alla nostra amarezza e delusione, al senso di sconforto che rischia di prendere il sopravvento sul senso del dovere verso la divisa che indossiamo, verso questo lavoro in cui abbiamo creduto, in cui abbiamo investito tante energie e che abbiamo sempre svolto con spirito di servizio verso la nostra città e i cittadini. C’è una foto, all'inizio di questa lettera, che le fa da titolo, è un invito a salire a bordo di questa nave, che dicono alla deriva, per conoscere appieno la nostra realtà e governarla al meglio come si governa una nave nel pieno di una tempesta. In questi giorni molti colleghi sconosciuti, da tutte le città d'Italia, ci stanno manifestando la loro vicinanza, perchè chi conosce il nostro lavoro sa che la realtà è diversa da quella che qualcuno, per altri fini, sta cercando di dipingere. Per questo siamo qui a dirLe quello che siamo, da tanti anni, da molto prima dell'inizio del Suo mandato, e quello che Lei stesso potrebbe vedere se salisse a bordo con noi: le nostre giornate, le difficoltà, l'impegno che da sempre mettiamo per tenere a galla questa nave, nonostante le falle e le tempeste. La maggior parte di noi è impegnata, anche da lungo tempo, in Polizia Stradale dove i rischi che continuiamo a correre non sono quelli della corruzione, come si sta cercando di far credere, ma quelli che riguardano la nostra salute: abbiamo lavorato per anni su strade che, solo dopo lunghe battaglie, la ASL ha dichiarato non idonee al nostro servizio per l'alta concentrazione di sostanze inquinanti; abbiamo avuto colleghi investiti e infortunati con conseguenze gravi.
Nonostante questi ed altri rischi ai quali siamo sempre esposti, compreso il burnout che, come ben sa, caratterizza le professioni d'aiuto, la nostra categoria non è inserita tra quelle usuranti e nulla viene fatto nell'ambito della medicina preventiva: le ultime visite mediche, previste dalla legge, risalgono per noi a ben più di dieci anni fa! Tra i nostri compiti più difficili c'è il rilievo degli incidenti mortali: abbiamo iniziato questa delicata attività senza alcuna formazione né tecnica, né psicologica, ciò nonostante, con l'esperienza fatta sul campo e l'aiuto di qualche collega, che aveva competenze personali e pregresse, abbiamo fatto fare un salto di qualità al lavoro e solamente anni dopo il Comando ha attivato dei corsi di formazione. Oggi l'Infortunistica Stradale è un fiore all'occhiello del nostro come di tanti altri Gruppi. Malgrado l'esperienza e la preparazione niente ci mette abbastanza al riparo dal carico emotivo che ci portiamo a casa dopo questi eventi: il dolore dei familiari diventa il nostro e lo portiamo con noi, nelle nostre case, nelle nostre famiglie, anche quando capita, come quest'anno, la vigilia di Natale. Nelle nostre giornate più "banali", invece, ci muoviamo sul territorio con autovetture che non vengono lavate per mesi, nemmeno dopo aver accompagnato persone in stato di fermo o per accertamenti, eppure il regolamento prevede che vengano sanificate. A volte lo abbiamo fatto a nostre spese all'autolavaggio, così come abbiamo raccolto soldi per sostituire le batterie, le pasticche dei freni di pattuglie e moto di servizio che erano ferme da mesi, o per comprare cavi e toner per il computer degli incidenti stradali. Eh sì! Perché far collette per fronteggiare situazioni che altrimenti non avrebbero soluzioni è purtroppo un nostro difetto, negli anni si sono ripetute per comperare il materiale di cancelleria, i pasti per le persone in stato di fermo, sempre a nostro carico sono i prontuari ed i Codici per tenerci aggiornati, la partecipazione a convegni di formazione e aggiornamento per i quali usiamo anche le nostre ferie.
Per anni abbiamo comperato le scarpe della divisa per sostituire quelle in dotazione a cui si staccava il tacco, i pantaloni che dopo due lavaggi diventavano viola, i cappelli che alla prima pioggia diventavano frittelle, le camicie sempre insufficienti per il nostro lavoro su strada; c'è anche qualcuno di noi che usa le proprie ferie per partecipare alle gare sportive dei Campionati Italiani delle Polizie Locali dove rappresentiamo, a nostre spese, la città di Roma. Le nostre giornate più "banali" sono fatte di vicinanza ai cittadini e di problemi da risolvere. Spesso ci arrangiamo e riusciamo a superarli con quelli che chiamano "mezzi di fortuna", perché ci rendiamo conto che il cittadino o la situazione necessitano di una soluzione in tempi brevi, nonostante la Sala Radio ci comunichi che la ditta che deve intervenire parte da Frosinone, che il Pronto Intervento ha messo in nota la chiamata, che l'ufficio competente chiude alle 17.00, oppure che di sabato, di domenica o di notte non c'è il servizio. Nelle nostre giornate più "banali" ci siamo anche inventati del lavoro in più! Abbiamo messo a punto un progetto per l'Educazione Stradale nelle Scuole al quale, nello scorso anno, hanno partecipato più di 2400 bambini e ragazzi di 116 classi del nostro Municipio. L'interesse e l'entusiasmo dei ragazzi, l'apprezzamento degli insegnanti, ci hanno ripagato di tanta fatica, del lavoro fatto a casa ben oltre l'orario di servizio, dei soldi spesi (i nostri anche questa volta) per finanziare tutta l'iniziativa: dai premi per il concorso finale sulla Sicurezza Stradale, al materiale usato per gli interventi in classe. Per quelle giornate "banali", quando arrivavamo a casa stremati avendo aggiunto al traffico, agli incidenti stradali, agli interventi di routine anche tre ore di lezione, nessun ringraziamento è mai arrivato dal Comando, dove non ci si rende conto che con queste attività si stringe il rapporto con i cittadini, si aumenta la sicurezza sulla strada facendo crescere nei giovani la consapevolezza dei rischi ed il senso di responsabilità.
In questo modo, lavorando anche sulla prevenzione, si può dare del nostro Corpo una immagine positiva. I cittadini, non ci crederà, ci ringraziano spesso perché di fatto Polizia di prossimità noi lo siamo già da tempo. Il fango che ci viene gettato addosso in questi giorni rischia di rovinare, in modo forse insanabile, proprio quella "prossimità" costruita negli anni, nonché la nostra immagine e la nostra credibilità. Insomma, tutto il lavoro fatto finora! Potremmo continuare a lungo, Signor Sindaco, perché tante sono le cose positive che potrebbe conoscere di noi e per questo torniamo all'invito iniziale: Sindaco, salga a bordo! Sarebbe per Lei un onore, prima ancora che un onere, sarebbe il miglior modo per conoscere la realtà di una città e i problemi dei suoi cittadini, per valorizzare – come dice di voler fare – le risorse, le eccellenze e i punti di forza dei suoi dipendenti. Porti con sé collaboratori onesti e competenti, disposti a mettersi in gioco con lo stesso nostro spirito di servizio, per risolvere insieme a noi, e non contro di noi, i problemi di questa città. Su questo ci troverà sempre al Suo fianco e a Sua disposizione.
Roma, 23 gennaio 2015
I "Vigili Urbani" della Sua città