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Dopo la fecondazione assistita rimane sterile: ginecologo rischia una condanna

Un ginecologo di Capranica (Viterbo) rischia di essere condannato per lesioni personali colpose: sette anni fa eseguì la procedura di fecondazione assistita su una donna, rimasta successivamente sterile dopo essere andata in setticemia.
A cura di Va.Re.
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Un ginecologo di Capranica, in provincia di Viterbo, sarà processato per lesioni personali colpose: è accusato di aver reso sterile una donna che aveva in cura, che aveva tentato la fecondazione assistita per rimanere incinta. La donna, che non riusciva a concepire naturalmente con il marito, si era decisa a tentare la strada dell'inseminazione artificiale per coronare il desiderio di diventare madre dopo aver avuto una gravidanza extrauterina e aver subito l'asportazione di un ovaia.

È il 2010 e la donna inizia l'iter per sottoporsi alla procedura dell'inseminazione artificiale, poi nel marzo del 2011 l'incubo: durante l'intervento nella struttura privata dove operava il ginecologo va in setticemia e dopo dieci giorni le vengono asportate  le tube e l'ovaio sinistro nell'ospedale Belcolle di Viterbo, dove arriva lamentando forti dolori e febbre alta.

Una complicazione che ha reso l'aspirante madre sterile, convincendola a intentare causa al medico. Dopo l'esposto della 40enne, i Nas dei carabinieri eseguono un sopralluogo nello studio del ginecologo, scoprendo che non era autorizzato a compiere l'operazione nella struttura privata, risultata inadeguata per operazioni simili.  Ora siamo quasi arrivati alla sentenza: prima di pronunciarsi però la difesa ha accettato di prendere in esame il risultato di una perizia super partes, che vedrà esprimersi il ginecologo, un medico legale e un infettivologo.

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