Donna uccisa e fatta a pezzi, il fratello: “Volevo farlo da due mesi ma è stato un raptus”
Da due mesi Maurizio Diotallevi stava pensando di uccidere la sorella prima del “raptus” che l’ha portato a strangolarla e poi farla a pezzi con una sega, prima di provare a disfarsi del cadavere gettandolo in alcuni cassonetti della spazzatura a Roma, nella zona di via Guido Reni, dove Nicoletta Diotallevi è stata uccisa dal fratello. “Erano due mesi che stavo pensando di ucciderla ma il mio è stato un raptus, mi umiliava in continuazione”, avrebbe affermato l’uomo davanti agli inquirenti nel corso dell’interrogatorio. Secondo quanto riportato, l’uomo avrebbe fornito una versione “lucida” di quanto avvenuto nella casa di via Guido Reni.
Donna uccisa e fatta a pezzi: vittima era appena tornata da un viaggio
La vittima era appena tornata a Roma dopo un viaggio in Svezia. “Appena rientrata – avrebbe raccontato l’uomo – ha ripreso a darmi ordini, a trattami come un bambino. Ho aspettato che uscisse dal bagno e l’ho aggredita in salotto, strozzandola con una cintura”. Maurizio ha poi deciso di fare a pezzi la sorella perché altrimenti sarebbe stato impossibile nasconderla per intera: “Ci stavo pensando da settimane ma poi la mia azione è stata improvvisa”, aggiunge.
“Non sopportavo più mia sorella, mi trattava male, in alcuni casi mi ha anche preso a schiaffi o umiliato davanti a mio figlio”, ha detto ancora l’uomo. Che si è poi soffermato su alcuni dettagli della vita sua e di sua sorella: “Parte del nostro appartamento lo affittavamo come bed and breakfast ma i soldi li voleva gestire solo mia sorella e a me toccava sempre chiederli”. La procura contesta all’uomo il reato di omicidio volontario aggravato dalla parentela e occultamento di cadavere, ma il pm Marcello Cascini potrebbe anche valutare l’ipotesi della premeditazione.
L'autopsia conferma la versione del fratello: l'ha strangolata e poi sezionata
La versione fornita da Maurizio sulle dinamiche dell’omicidio è stata confermata dai primi risultati dell’autopsia sul corpo di Nicoletta, dalla quale è emerso che la donna è stata strangolata con una cinta e poi sezionata. Durante l’interrogatorio, l’uomo ha anche aggiunto alcuni dettagli su quanto avvenuto. Per tagliare il corpo della sorella avrebbe utilizzato due seghe che aveva in casa e un coltello per tagliare la carne. In questa operazione una delle seghe si è rotta e parte della lama è rimasta conficcata in una gamba. “Ho dovuto utilizzare l’altra sega e poi il coltello per tagliare”, ha aggiunto.
Secondo quanto riporta l’Ansa, l’uomo avrebbe raccontato che la sua intenzione era quella di gettare il cadavere solamente nel cassonetto di viale Maresciallo Pilsudski, ma che il peso del corpo ha reso impossibile questa operazione, costringendolo a buttare l’altra parte dei resti a pochi metri dalla loro casa, in via Guido Reni, dove si trovava un cassonetto parzialmente inclinato che rendeva più semplice l’operazione.