Donna uccisa e fatta a pezzi a Roma, il fratello: “L’ho strangolata e poi ho usato la sega”
Ci sarebbero motivi economici alla base dell'orrendo delitto scoperto la sera di Ferragosto a Roma. Una donna, la 59enne Nicoletta Diotallevi, è stata uccisa e fatta a pezzi dal fratello, il 62enne Maurizio Diotallevi. L'uomo, reo confesso, si trova adesso nel carcere di Rebibbia, accusato di omicidio e occultamento di cadavere. I due dopo la morte della madre, avvenuta alcuni anni fa, vivevano assieme nell'appartamento lasciato loro in eredità dalla donna in via Guido Reni, al civico 22b. Lo stabile si trova in una zona elegante della Capitale, vicino a piazza Euclide e all'Auditorium Parco della Musica di viale Pietro De Coubertin, nel quartiere Flaminio. Secondo quanto emerso, però, i fratelli avevano alcuni problemi economici: a lavorare era solo la donna, e per arrotondare le entrate i due affittavano anche una stanza del'appartamento a studenti.
L'uomo ha confessato: Mi trattava come un ragazzino
I due fratelli litigavano spesso per questioni economiche. Proprio al culmine dell'ennesima lite il fratello avrebbe ucciso la sorella, per poi cercare di far sparire le tracce del delitto facendo a pezzi la donna e gettandone le parti del corpo in due diversi cassonetti: in uno sito in via Pilsudski sono state ritrovate le gambe, legate assieme con del nastro adesivo. In un altro cassonetto in via Guido Reni è stata trovata la testa della vittima, assieme alle altre parti del suo corpo martoriato. In un terzo cassonetto in via Pannini, infine, sono stati ritrovati i vestiti e gli effetti personali di Nicoletta.
Dopo un lungo interrogatorio, la scorsa notte l'uomo è crollato e ha confessato il delitto, spiegandone anche il movente: "Mi trattava come un ragazzino, razionava i soldi. Guadagnava solo lei e ogni volta decideva lei quando e quanti darmene", avrebbe detto l'uomo secondo quanto riporta il quotidiano "La Repubblica". Il 62enne ha prima strangolato la sorella, poi ha fatto a pezzi il cadavere con una sega perché "non entrava tutto assieme in un sacco". La versione è stata confermata dall'autopsia fatta sul corpo della vittima: sarebbe stata strangolata con una cintura e fatta a pezzi con una sega e poi con un coltello. La polizia ha inoltre sequestrato parte di una sega che potrebbe essere stata utilizzata per fare a pezzi il corpo della donna.
A fare la macabra scoperta, la sera di ferragosto, è stata una giovane ragazza nomade che ha notato le gambe della povera Nicoletta nel cassonetto in via Maresciallo Pilsudski. A incastrare l'assassino sono state invece le tante telecamere di sicurezza installate nella zona: alcune immagini mostrano l'uomo mentre si disfa di un sacco nero (quello contenente le gambe della sorella) nel cassonetto.