Donna uccisa e fatta a pezzi a Roma: custodia cautelare in carcere per Diotallevi
Il Gip del Tribunale di Roma ha convalidato il fermo ed emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per Maurizio Diotallevi, l'uomo che la vigilia di Ferragosto ha ucciso e fatto a pezzi la sorella Nicoletta all'interno della sua abitazione, nel quartiere Parioli, a Roma. Lo ha stabilito il giudice Anna Maria Fattori al termine dell'interrogatorio di garanzia di questa mattina, venerdì 18 agosto che si è svolto nel carcere di Regina Coeli. L'arrestato, difeso dall'avvocato Gaetano Scalise, è accusato di omicidio volontario aggravato dalla parentela con la vittima e occultamento di cadavere.
Donna uccisa e fatta a pezzi: la risposta di Diotallevi al giudice
L'interrogatorio di garanzia si è svolto in tarda mattinata ed è durato circa un'ora. Diotallevi, assistito dall'avvocato Scalise, ha risposto alle domande del giudice. Secondo quanto riporta l'AGI, l'arrestato ha spiegato che durante i giorni di assenza della sorella con la quale abitava, si era sentito di vivere liberamente e senza rimproveri. Uno stato di serenità durato poco, perché una volta tornata a casa, la donna avrebbe ripreso a criticarlo, alimentando una tensione accumulata da anni: "E' tornata dalle vacanze ed ha ripreso a vessarmi in continuazione, rompendo quella tranquillità che avevo conquistato per qualche giorno. Ho agito come un robot" ha raccontato l'uomo. Convalidato, dunque, il fermo disposto due giorni fa dal pm di turno della Procura della Capitale.
Il delitto di Ferragosto
Diotallevi ha confermato di aver strangolato la donna e poi sezionato il corpo in due parti. Durante lo scorso interrogatorio con gli inquirenti, l'uomo ha confessato che voleva ucciderla da due mesi. Per depistare le ricerche, ha sparpagliato i resti in cassonetti diversi in strada e ha denunciato la scomparsa. Il pacco con le gambe della sorella è stato scoperto da una ragazza nomade che rovistava nel cassonetto di viale Maresciallo Pilsudskj. A monte, dunque, un piano che sembrava perfetto, che avrebbe reso più complicati i ritrovamenti e la ricostruzione dell'identità dei resti se i camion dell'Ama avessero raccolto e trasportato la spazzatura in discarica.