Don Antonio si arrende a CasaPound: niente pacchi alimentari ai rom. Fedeli ignari e divisi
Pacchi alimentari ma prima agli italiani. Si può sintetizzare così la vicenda che ha interessato la parrocchia San Gregorio Magno nel quartiere Magliana di Roma e in particolare don Antonio Interguglielmi, finito nella bufera per aver distribuito aiuti ai rom della zona. Un fatto che non rappresentava una novità, ma l'iniziata – dopo i fatti di Torre Maura e Casal Bruciato – ha fatto scattare la protesta, attraverso un gazebo montato da CasaPound davanti alla chiesa, per distribuire pane e pasta agli italiani bisognosi.
La resa del parroco
"Abbiamo fatto presente al parroco Don Antonio che la distribuzione degli aiuti solidali deve essere fatto presentando a chi ne fa richiesta, con modulo ISEE e stato di famiglia ma che per i rom questo non avveniva mentre per i cittadini italiani era con obbligo tanto addirittura di negarlo ad una povera cittadina della Magliana che aveva presentato come sua unica fonte di guadagno 480 misero euro al mese". Così in un post su Facebook Alfonso Caputo presidente della Associazione Nuova Magliana, dopo aver avuto un incontro con don Antonio. E anche il parroco ha confermato di aver trovato un accordo con i residenti per evitare una "guerra tra poveri". Come riportato dal quotidiano la Repubblica don Antonio ha distribuito ai rom già 50 pacchi di Pasqua, ai residenti 120.
I parrocchiani ignari
Un grande polverone che non ha interessato, a quanto pare, la maggior parte dei parrocchiani. Nel pomeriggio del Venerdì Santo la chiesa è gremita di fedeli in attesa della consueta via Crucis, ma di don Antonio non c'è traccia. Il telefono del parroco oggi squilla a vuoto e anche i gli altri sacerdoti sembrano non sapere o non voler dire dove si trovi. E sulla questione di CasaPound e dei pacchi alimentari fanno spallucce “siamo tranquilli grazie a Dio, CasaPound possono fare quello che vogliono" tagliano corto. E c’è chi tra i sacerdoti preferisce proprio non esprimersi sull’argomento dei pacchi alimentari. “Parlate con don Antonio”, ci dice un giovane prete a mezza bocca prima di dileguarsi. Tanti parrocchiani non sanno nulla della polemica scoppiata nei giorni scorsi ma approvano la scelta del parroco verso il “prima gli italiani”. “Ci sono tanti italiani in difficoltà, perché dare i pacchi a loro?”, esclama una signora mentre si accinge ad entrare in chiesa.
"Anche Gesù era straniero"
"Non sapevo dei pacchi alimentari ma è bene sia stato fatto un passo indietro. – le fa eco un pensionato agitando le buste della spesa – Io ho lavorato 50 anni e nessuno mi ha regalato niente, perché a loro si?". Ma la voce del gregge di Don Anotnio non è univoca, e qualcuno in questo giorno così importante per lo spirito cristiano, si ricorda del principio di carità del Vangelo: "Quello che è accaduto in questi giorni è vergognoso, anche Gesù era straniero. Questa guerra tra poveri è inutile, don Antonio è stato costretto a cedere a queste richieste razziste", spiega una parrocchiana che ci tiene a precisare “io sono disoccupata ma non ce l’ho con nessuno”.
