Dimissioni troppo rapide, 19enne finisce in coma: rinviato a giudizio il medico di guardia
Un medico di guardia del pronto soccorso di Tor Vergata è stato rinviato a giudizio per lesioni gravissime su richiesta del pubblico ministero di Roma Elena Neri. L'episodio su cui ha indagato la procura, riportato dal Corriere, risale al 23 ottobre del 2010: un ragazzo di 19 anni, Alessandro, fu dimesso dopo dodici ore di ricovero nonostante un quadro clinico peggiorato durante la degenza. Tornato a casa, il giovane finì in coma per un attacco d’iposodiemia – mancanza di sodio nel sangue – riportando gravi lesioni celebrali che hanno compromesso irrimediabilmente la sua salute.
Il pm: "Sarebbe bastato allungare il ricovero"
Secondo l'accusa, sarebbe bastato allungare il ricovero per effettuare alcuni controlli che avrebbero potuto evitare l’attacco. Il problema emerso dagli accertamenti, una neoformazione ipofisaria, avrebbe potuto infatti essere trattato in maniera adeguata senza provocare i danni permanenti che invece Alessandro, oggi 24enne, ha subito. Il ragazzo a tutt'oggi presenta spasmi muscolari improvvisi, il suo scheletro osseo è deformato e le sue funzioni cognitive alterate. Secondo il pm, è la diretta conseguenza della terapia infusionale "troppo rapida" ricevuta nel pronto soccorso, nonostante un quadro ematologico peggiorato.
Alessandro si era recato in ospedale perché in preda a disturbi allo stomaco che gli impedivano di digerire qualsiasi cosa, fitte addominali e dolori alla testa. Dopo aver verificato che i suoi parametri elettrolitici del cloro e del potassio erano alterati si dispose il ricovero, che durò però appena 12 ore: alle otto e quaranta del mattino successivo il giovane fu dimesso. Una volta a casa, arrivò l'attacco e tutte le gravi conesegunze che ne sono seguite.