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Diceva ai suoi alunni: “Te faccio volà dalla finestra”. Il giudice nega il patteggiamento al maestro

Il giudice ha deciso di non accettare la richiesta di patteggiamento (approvata anche dall’accusa) presentata dai legali di un maestro romano. Il docente è stato sospeso dall’insegnamento lo scorso marzo ed è accusato di violenze nei confronti di 19 suoi alunni.
A cura di Enrico Tata
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Foto di repertorio
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Il giudice ha deciso di non accettare la richiesta di patteggiamento presentata dagli avvocati di un maestro d'asilo, sospeso dall'insegnamento e accusato di violenze nei confronti di 19 suoi alunni. I fatti contestati sarebbero accaduti all'interno di un'aula di una scuola a Casetta Mattei, Roma. Nonostante l'accusa e la difesa fossero d'accordo sul patteggiamento, il giudice ha valutato non congrua l'entità della pena proposta e ha rinviato l'udienza a settembre. "Sono molto soddisfatto della decisione del giudice in quanto si deve dare un chiaro segnale che i nostri figli devono essere al sicuro quando li affidiamo alle istituzioni scolastiche", ha commentato l'avvocato Luca Cococcia, che difende alcuni dei genitori che si sono costituiti parte civile nel procedimento.  "Era giusto non concludere una vicenda cosi grave e seria con un patteggiamento a pena sospesa. Confido in una giustizia equa che funga da esempio per il futuro ed evitare il ripetersi di tali gravi condotte da parte di chicchessia", ha dichiarato ancora il legale.

Le violenze del maestro: "Ti faccio volare fuori"

A dicembre del 2018 alcune mamme si sono accorte di qualcosa di strano e hanno chiesto alle forze dell'ordine di installare delle telecamere di sicurezza all'interno dell'asilo. E così le violenze, i rimproveri fuori luogo e le punizioni umilianti sono state registrate dall'occhio di una videocamera nascosta. Ad esempio il maestro avrebbe percosso un alunno spingendogli con forza la testa, con il bimbo che urlava: "Ahia, la testa me la spezzi". E il maestro che continuava: "Non mi interrompere, non mi rispondere che te faccio volare fuori dalla scuola". Urlava e insultava i bambini: "Uh, uh, uh, sono lacrime di coccodrillo queste. Lo vedi che non capisci? Ti ho detto che non devi dare fastidio. Non vuoi dormire? Non dormì, ma ti metti con la faccia sul banco come gli altri. Non posso pija una boccata d'aria".

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