Di sgombero in sgombero: l’odissea infinita dei migranti cacciati da Stazione Tiburtina
Cacciati più volte negli ultimi giorni da piazzale Spadolini, vicino alla stazione Tiburtina, i migranti costretti a dormire in strada avevano trovato rifugio in uno stabile abbandonato a Tiburtino III, in via del Frantoio. Si tratta di un ex centro d'accoglienza per migranti della Croce Rossa vuoto da tempo. Il loro arrivo è stato immediatamente preso a pretesto dall'estrema destra per scatenare una protesta contro di loro al grido di ‘difendiamo il nostro quartiere'. Come già accaduto in passato, militanti mischiati a residenti hanno iniziato a presidiare gli ingressi dello stabile, parlando di ‘rischio sanitario a causa dell'emergenza coronavirus'. E il Comune è intervenuto per cacciare i migranti.
E così ieri sono stati sgomberati anche da lì: nuovamente identificati, e nuovamente rigettati in strada, tutto nel giro di pochi giorni. Dove dovrebbero andare, non è dato sapere. Le istituzioni non si stanno occupando di loro. Ignorati per tutto il tempo durante l‘emergenza coronavirus, adesso tornano a essere persone fisiche, ma solo per il tempo dello sgombero. La maggior parte di queste persone sono migranti, rifugiati, richiedenti asilo. Abbandonati dallo Stato, non hanno i mezzi per sostenersi. I lavori che fanno non sono sufficienti a pagare nemmeno una stanza, e molti di quelli che avevano un impiego l'hanno perso durante l'emergenza coronavirus.
E proprio durante l'emergenza coronavirus, gli attivisti di Baobab Experience hanno chiesto al Comune di Roma di adottare dei provvedimenti per le persone senza fissa dimora, tra cui migranti e transitanti. Soprattutto per le famiglie con bambini, bisognose di una sistemazione urgente. L'amministrazione capitolina non ha mai risposto, alla fine con una colletta sono state trovate sistemazioni in b&b.
"Dormire per strada non è mai una scelta", ha ripetuto più volte l'associazione Baobab Experience, che fino a pochi giorni fa aveva un presidio fisso in piazza Spadolini. Adesso, i volontari hanno aperto un ufficio a San Lorenzo. Ma se questo può fornire supporto legale, psicologico, cure sanitarie e i pasti da consumare durante il giorno, non può risolvere da solo l'emergenza abitativa. Le istituzioni non sembrano voler fornire risposte in tal senso e il dramma delle decine di persone ammassate a dormire all'aperto a Stazione Tiburtina finora è stato affrontato come un problema di ‘decoro', e non un'emergenza sociale che ha bisogno di risposte e interventi concreti.