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Detenuti evasi da Rebibbia come nei film: sbarre segate e corda da finestra. Ma non sono pericolosi

La polizia fa sapere che i due evasi hanno un profilo criminale basso: sono infatti in carcere per reati contro il patrimonio e contro la pubblica amministrazione. In particolare avrebbero tentato di spacciarsi come pubblici ufficiali, taroccando anche il distintivo delle forze dell’ordine.
A cura di Enrico Tata
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I due evasi da Rebibbia
I due evasi da Rebibbia

Hanno segato le sbarre della loro cella con una lima, hanno tagliato il filo spinato con un tronchese e si sono calati dalle mura di cinta del carcere di Rebibbia, colpevolmente senza sorveglianza, utilizzando delle manichette dell'antincendio legate fra di loro. Un classico piano di evasione da film, neanche tra i più elaborati, è bastato a due nomadi per scappare dall'istituto penitenziario romano. L'allarme è stato dato ieri in mattinata ma, ad oggi, i detenuti ancora non sono stati rintracciati. La polizia fa sapere che i due hanno un profilo criminale basso: sono infatti in carcere per reati contro il patrimonio e contro la pubblica amministrazione. In particolare avrebbero tentato di spacciarsi come pubblici ufficiali, taroccando anche il distintivo delle forze dell'ordine.

Caccia ai due detenuti evasi da Rebibbia

Lil Ahmetovic e Davad Zukanovic avevano probabilmente progettato l'evasione da giorni e l'avrebbero messa in pratica, con successo, all'alba di ieri, approfittando di evidenti falle, anche se ancora non sono state ufficialmente dimostrate, della sicurezza interna del carcere. Quel che è certo è che l'allarme è stato lanciato dopo diverso tempo, forse addirittura dopo diverse ore, quando ormai i due nomadi avevano già fatto perdere le loro tracce. Sorvegliati speciali i porti, gli aeroporti e le stazioni ferroviarie, ma è possibile che i due non siano scappati molto lontano. I campi nomadi della zona sono stati controllati, ma per ora dei due evasi non è stata trovata traccia. Proprio pochi giorni fa il sindacato di polizia penitenziaria Sappe aveva denunciato le criticità all'interno del carcere romano e aveva chiesto l'assunzione di almeno dieci agenti. "L' endemica carenza di personale sta pregiudicando fortemente l'ordine e la sicurezza dell'istituto.I colleghi sono costretti a turni di lavoro massacranti, ma ormai sono allo stremo delle forze. Per di più, l'istituto ospita diverse tipologie di detenuti: diversi soggetti hanno problemi di natura psichiatrica e numerosi sono collaboratori di giustizia che, evidentemente, richiedono una maggiore cautela e una più assidua sorveglianza", fa sapere il sindacato.

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