Detenuta uccise le figlie a Rebibbia, il perito: “Seminferma di mente, niente processo”
Alice Sebesta, la detenuta 33enne che il 18 settembre 2018 ha ucciso le figlie a Rebibbia lanciandole dalle scale, è seminferma di mente. Lo ha detto Fabrizio Iecher, il perito che l'ha esaminata su richiesta del Giudice per le indagini preliminari Antonella Minnuni: per il professore, infatti, la donna sarebbe capace di volere ma non di intendere. E non si sarebbe nemmeno resa conto di ciò che ha fatto quando ha ucciso le figlie. Questa è la seconda perizia che viene fatta sulla donna: la prima l'aveva giudicata perfettamente in grado di intendere e di volere. Il legale di Alice Sebesta e la procura di Roma, però, avevano deciso di rigettare questo risultato: la donna, infatti, prima di essere arrestata, ha passato diverso tempo in una struttura psichiatrica. Ed è risultato quindi chiaro che ci fosse qualcosa che non andava.
Detenuta getta le figlie dalle scale: la dinamica della tragedia
Adesso sarà il Gip a decidere se accettare o meno l'esito di questa nuova perizia. Nel caso venisse accolta, la donna non potrà essere processata, ma bisognerà trovare una soluzione alternativa proporzionata alla sua pericolosità sociale. Alice Sebesta ha ucciso le sue figlie il 18 settembre 2018. Le piccole si chiamavano Faith, di appena sei mesi, e Divine, di diciannove. La tragedia è avvenuta all'interno della sezione nido, dove sono ospitati i bimbi fino a tre anni che si trovano in carcere con le mamme. La donna avrebbe aspettato che le altre operatrici del nido andassero a mensa e ne avrebbe approfittato per lanciare prima la più piccola dalle scale, facendola cadere da quattro metri, e poi la seconda. La prima bimba è morta sul colpo, la seconda ha provato a resistere ma, nonostante le cure dei medici, non ce l'ha fatta. La donna era stata arrestata per spaccio il 27 agosto dello stesso anno, e già il personale carcerario aveva avvertito di alcuni comportamenti strani tenuti dalla donna.