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Desirée, Del Bello (presidente II Municipio): “È un palazzo maledetto, sgomberare non serve, va abbattuto”

Secondo Francesca Del Bello, presidente del II Municipio di Roma, il palazzo abbandonato dove Desirée Mariottini è stata trovata morta, “non è un luogo dove le persone vanno a dormire, è un anfratto maledetto dove ogni tanto qualcuno capita, non ci vive nessuno stabilmente. coloro che vi si nascondono sono delinquenti. Quando siamo intervenuti a giugno abbiamo trovato letti sudici, ma non c’era nessuno. Noi non dobbiamo sgomberare nessuno in questo caso, quel palazzo va abbattuto”.
A cura di Enrico Tata
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L'ingresso del palazzo di via dei Lucani, San Lorenzo, dove Desirée è stata trovata morta
L'ingresso del palazzo di via dei Lucani, San Lorenzo, dove Desirée è stata trovata morta

Quel palazzo abbandonato di via dei Lucani in cui Desirèe Mariottini è morta, stuprata da un gruppo di uomini e poi uccisa, faceva parte di un più ampio progetto di riqualificazione del quartiere di San Lorenzo. Fino al ritrovamento del cadavere della 16enne era un rifugio sicuro per spacciatori e delinquenti, ma un piano datato oltre dieci anni fa, quando sindaco era ancora Walter Veltroni, ne prevedeva già allora l'abbattimento e la riqualificazione. Quel "Progetto Urbano San Lorenzo", accantonato da Alemanno, fu poi ripreso in mano dall'assessore all'urbanistica della giunta guidata da Ignazio Marino, Giovanni Caudo, e poi rimesso nuovamente nel cassetto dall'amministrazione guidata da Virginia Raggi. Sul sito del dipartimento urbanistica del Comune di Roma ci sono tuttora tutti gli schemi e le elaborazioni per la riqualificazione del quartiere San Lorenzo, diventato negli anni cuore della movida della Capitale, ma anche luogo di spaccio e degrado. Ne abbiamo parlato con Francesca Del Bello, presidente del II Municipio di Roma ed esponente del Partito democratico.

Cos'è il Progetto Urbano San Lorenzo?

"Nasce nel 2006, il progetto urbano è uno strumento attuativo delle prescrizioni del piano regolatore. Quello del quartiere San Lorenzo (e che riguarda anche le cosiddette Baracche di via dei Lucani) è cominciato con l'assessore Morassut, messo nel cassetto da Alemanno e ripreso nel 2014 dall'assessore Caudo. Venne redatto uno schema di assetto preliminare in cui si definisce l'ambito del progetto urbano e si dà un'indicazione rispetto a cosa demolire e a cosa ricostruire, definendo anche le diverse destinazioni d'uso. Quello che fece Caudo fu anche ascoltare anche il territorio, un percorso che durò circa un anno e che portò alla redazione di un documento di partecipazione che fa parte dello stesso schema preliminare. Doveva essere approvato dalla giunta comunale, cosa in cui Caudo non riuscì. Successivamente l'abbiamo chiesto sia all'assessore Berdini che all'attuale assessore Montuori, anche con delle note e lettere, ma non sono servite. Badate bene che il progetto urbano ha un limite, le procedure sono molto lunghe, perché è un programma di trasformazione che parte dal comune di Roma, quindi una volta approvato lo schema preliminare si sarebbero dovuti approvare i programmi attuativi e così via. È un iter lungo".

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In tempi brevi cosa si può fare per quei palazzi abbandonati?

Bisognava approvarlo prima questo piano, ma non è mai troppo tardi. Il progetto urbano non va buttato, fu un lavoro importante, accoglieva tutta una serie di questioni che venivano dal territorio, dai residenti del quartiere. E' una base di partenza. Se dovessi dire cosa si dovrebbe fare ora, è utilizzare la legge sulla rigenerazione urbana della Regione Lazio, nello specifico l'articolo 6 che dà la possibilità di eseguire interventi diretti promossi dai proprietari degli immobili. Si tratta di uno strumento che aiuta a superare i tempi lunghi del progetto urbano, è più veloce. Anche in questo caso, comunque, ci vorrà un anno un anno e mezzo per avere il permesso a costruire.

A maggio avete chiesto l'intervento del prefetto? Perché? 

A maggio abbiamo chiesto al prefetto di mettere in piedi un tavolo tecnico, perché l'idea era quella, in attesa della procedura di trasformazione urbana, di valutare la situazione per avviare alcuni interventi di abbattimento. Ma come fai ad abbattere un immobile se il proprietario non lo vuole abbattere? Si può solo imporre la demolizione per ragioni di ordine pubblico e per questo abbiamo chiesto l'intervento del prefetto. Come ho detto ieri, ‘un grido inascoltato'".

Bisogna sgomberare quei palazzi?

Nel caso di quel palazzo non si tratta di sgomberare un palazzo occupato, è una ‘catapecchia'. Quando siamo intervenuti a giugno, con la polizia, siamo entrati e non ci abbiamo trovato nessuno, abbiamo trovato i letti sudici, l'immondizia, ma non è un luogo dove le persone vanno a dormire, è un anfratto maledetto dove ogni tanto qualcuno capita, non ci vive nessuno stabilmente. coloro che vi si nascondono sono delinquenti. Quando siamo intervenuti abbiamo trovato un sacco di schifezze là dentro, ma non c'era nessuno. Noi non dobbiamo sgomberare nessuno in questo caso, quel palazzo va abbattuto e per farlo vanno coinvolti i proprietari.

Allora ha ragione Salvini che parla di ‘ruspa'?

Tutte le parole di Salvini, tutti i suoi atti sono mossi da un'ideologia, i suoi sentimenti sono chiari. il problema di Salvini sono gli immigrati, conduce una lotta nei loro confronti, per lui il problema sono loro. Per me invece non è così, combatto l'illegalità e combatto i luoghi di degrado. Se per combattere il degrado c'è bisogno di abbattere, io abbatto. Ci poteva essere chiunque, non è questione di passaporto, quello è un luogo di degrado, là dentro abbiamo trovato anche italiani. Io sono dalla parte dello Stato, voglio la legalità sul mio territorio. Io che sono di sinistra, profondamente di sinistra, voglio che siano rispettate le leggi. A San Lorenzo voglio la polizia, perché c'è un problema di spaccio di droga. Voglio che Salvini si prenda un impegno serio contro la lotta alla criminalità organizzata, che non sono gli spacciatori di colore. Il problema di questa città è un problema di sicurezza serio, di criminalità organizzata.

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