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Crollo del campanile di Accumuli, sette persone a processo per disastro colposo: morì una famiglia intera

I reati contestati ai sette imputati, tra cui c’è anche il sindaco di Accumuli, Stefano Petrucci sono quelli di disastro e omicidio colposo, abuso e omissione di atti d’ufficio. Per i pm il crollo del campanile di Accumuli, avvenuto in seguito alla violenta scossa di terremoto del 24 agosto 2016, poteva essere evitato.
A cura di Enrico Tata
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Le case di Accumuli, Rieti, distrutte dal violento terremoto dell'agosto del 2016
Le case di Accumuli, Rieti, distrutte dal violento terremoto dell'agosto del 2016

Finiscono a processo sette persone nell'ambito dell'inchiesta sul crollo della torre campanaria di Accumuli, Rieti, durante la scossa di terremoto del 24 agosto 2016. Un'intera famiglia, padre, madre e due bimbi piccoli, fu travolta dai calcinacci. Il processo inizierà il prossimo 24 settembre. I reati contestati agli imputati, tra cui c'è anche il sindaco di Accumuli, Stefano Petrucci sono quelli di disastro e omicidio colposo, abuso e omissione di atti d'ufficio.

Il crollo del campanile si poteva evitare

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il crollo della torre campanaria della Chiesa dei Santi Pietro e Lorenzo di Accumuli, Rieti, si sarebbe potuto evitare. Per i pm i lavori sul campanile non furono né progettati né eseguiti correttamente nonostante già nel 2009, all'indomani del terremoto che colpì l'Aquila, la soprintendenza avesse segnalato problemi strutturali dell'edificio. I sette indagati avrebbero omesso ‘di adottare i doverosi interventi antisismici idonei ad impedire' la tragedia. Il crollo, infatti, provocò la morte di tutti gli abitanti di una casa vicina: Andrea Tuccio, sua moglie Graziella Torroni e i loro due figli, Stefano e Riccardo. Accumuli e Amatrice furono due dei paesi più colpiti dal sisma di magnitudo 6.0, che causò la morte di circa 300 persone. La prima forte scossa fu registrata alle ore 3.36 del 24 agosto 2016.

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