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Costringe la moglie a dimagrire: “Sei grassa, meglio che digiuni”

Perseguitava la moglie costringendola a mangiare ciò che lui gli imponeva o a digiunare, per perdere chili e diventare come lui la desiderava, pelle e ossa. Un uomo rischia a finire a processo con l’accusa di maltrattamenti psicologici, per aver vessato la moglie per ben tre anni, umiliandola e sottoponendola ad un costante controllo.
A cura di Alessia Rabbai
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Rischia di finire a processo per maltrattamenti psicologici un uomo che perseguitava la moglie, costingendola a mangiare ciò che lui le imponeva o a digiunare, per perdere chili. La voleva pelle e ossa, così le diceva di cosa poteva e non poteva nutrirsi, con l'obiettivo di farla scendere di peso, fino al rischio di gravi ripercussoni sulla salute. Ciò che lo ossessionava particolarmente, era la pancetta che le era rimasta dopo aver affrontato la gravidanza ed aver partorito. Niente grassi, pochi zuccheri e pochissimi carboidrati, regole ferree che la donna era obbligata a rispettare, ma spesso anche il digiuno, quando il marito le toglieva il piatto da tavola. Una continua violenza psicologica durata per ben tre anni, durante i quali la donna è stata costretta a sopportare le angherie del coniuge fino a quando ha trovato la forza di ribellarsi.

Donna costretta dal marito a dimagrire

Come riporta IlMessaggero.it il pubblico ministero Maria Gabriella Fazi ha chiesto il rinvio a giudizio per "maltrattamenti psicologici legati a denigrazioni dell'aspetto fisico". L'uomo supervisionava ogni comportamento della moglie, compresa la spesa, con controlli sugli acquisti e su cosa era presente nel frigo. Se lei provava a controbattere o a cercare di esprimere la propria opinione spiegandogli che stava esagerando, lui le diceva che era "un'indemoniata". Un'offesa che si aggiunge alle continue umiliazioni, svilimenti e rimproveri quotidiani. Ai carabinieri la donna ha raccontato che il marito pretendeva inoltre di controllarle regolarmente lo smartphone, dicendole che se non l'avesse sposata lui sarebbe rimasta sola per tutta la vita. L'imputato assistito dall'avvocato Giuseppe Falvo ha detto che i suoi erano "solo consigli".

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