Cosa succede a Roma e nel Lazio con l’estensione del nuovo decreto coronavirus a tutta Italia
Roma si prepara alle misure stringenti contenute nel nuovo decreto firmato nella tarda serata di ieri dal premier Giuseppe Conte, che estende di fatto la ‘zona arancione' dell'emergenza coronavirus dalle regioni settentrionali a l'Italia interna. Un documento che cambia le nostre abitudini e che chiede agli italiani un forte impegno e una presa di coscienza per affrontare l'epidemia. Anche la Capitale e il territorio del Lazio, come il resto del Paese da oggi, 10 marzo, diventano una ‘zona protetta' nei confronti della quale riporre la massima attenzione, invitando le persone a restare a casa e limitando gli spostamenti al di fuori del proprio Comune d'appartenenza solo per alcune motivazioni comprovate e per i quali servirà un'autocertificazione. La sindaca Virginia Raggi ha lanciato un appello ai suoi cittadini: "Serve maggior senso di responsabilità. Dovete restare il più possibile a casa e muovervi soltanto se avete reali necessità".
Le regole imposte con il nuovo decreto di Conte
• Limitati gli spostamenti su tutto il territorio nazionale: "Bisogna evitare ogni spostamento di persone fisiche in entrata e in uscita dai territori, nonché all'interno degli stessi territori, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative (non più indifferibili) o situazioni di necessità o per motivi di salute che vanno dimostrate (pena art 650 codice penale)";
• Smart working: "Si raccomanda a datori di lavoro pubblici e privati di promuovere la fruizione da parte dei dipendenti di periodi di congedo ordinario o ferie, ferma restando la modalità di lavoro agile disciplinata per tutto il territorio nazionale";
• Sospese manifestazioni e eventi sportivi
• Vietati gli assembramenti di persone, anche all'aperto;
• Scuole e università chiuse fino al 3 aprile 2020
• Bar e ristoranti chiusi alle 18: "Sono consentite le attività di ristorazione e bar dalle 6.00 alle 18.00, con obbligo, a carico del gestore, di predisporre le condizioni per garantire la possibilità del rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro di cui all'allegato 1 lettera d), con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione";
• Almeno un metro di distanza nelle attività commerciali: "Sono consentite le attività commerciali diverse da ristorazione e bar a condizione che il gestore garantisca un accesso con modalità contingentate o comunque idonee a evitare assembramenti di persone, tenuto conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza di almeno un metro tra i visitatori, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione. In presenza di condizioni strutturali o organizzative che non consentano il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro, le strutture dovranno essere chiuse";
• Riunioni svolte da remoto
• Chiusi i negozi nel weekend